Menarini cresce in Cina. L'azienda farmaceutica fiorentina ha registrato nella Repubblica popolare ricavi per 200 milioni, su un fatturato globale di oltre 4,1 miliardi in crescita del 6% e un Ebitda di 400 milioni, in flessione per via degli investimenti. Pechino continua a essere uno dei mercati di riferimento per l'azienda, che in Asia guarda ora anche al Giappone, secondo mercato al mondo per l'oncologia, e punta, negli altri Continenti sull'Africa e il Medio Oriente per futuri sviluppi.
I dati relativi allo sviluppo aziendale dal 2020 al 2022, sono stati presentanti durante un evento con la stampa che non aveva luogo da quattro anni, a
causa delle restrizioni causate dalla pandemia. A illustrarli, Lucia Aleotti, azionista e membro del board Menarini, Elcin Baker Ergun, CEO e dal presidente Eric Cornut.
"Durante una eventuale crisi internazionale, e purtroppo la stiamo vedendo, è importante che un elemento vitale per la salute, e quindi indirettamente per tutta l'economia, per l'occupazione, per il funzionamento della macchina dello Stato, come quello dei farmaci, sia localizzato dentro i confini nazionali, altrimenti si è dipendenti da altre potenze", ha spiegato Lucia Aleotti, azionista e membro del board Menarini, a margine della presentazione dei dati aziendali.
"Il 2022, per il settore farmaceutico in Italia e, quindi per l'Italia, è stato un anno straordinario perchè , grazie agli investimenti nella parte produttiva, si sono registrati oltre 40 miliardi di euro di produzione farmaceutica, esportati per il 90% - ha aggiunto Aleotti - quindi è chiarissimo che il farmaceutico sta diventando un asset fondamentale dell'economia italiana".
Inoltre, ha aggiunto Aleotti, "per quanto riguarda la sovranità del nostro Paese e del continente europeo. Non è un caso che sia gli Stati Uniti da una parte, che la Cina dall'altra, stiano cercando di localizzare in patria l'intera catena produttiva dei farmaci". (riproduzione riservata)