Toccata e fuga pechinese. Sarà rapido e con uno scopo ben preciso il viaggio del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella capitale cinese dal 26 al 27 aprile per partecipare al secondo forum internazionale per la cooperazione nell’ambito della Belt and Road Initiative. Trascorso un mese dalla firma del memorandum per l’adesione italiana alla nuova Via della Seta, il primo appuntamento del governo gialloverde per dare corpo all’intesa rischia però di rivelarsi sotto tono rispetto a quanto ci si poteva attendere.
Appena due settimane fa, nel corso dell’inaugurazione del Salone del Mobile 2019 il premier aveva auspicato di poter viaggiare a Pechino «accompagnato da una foltissima schiera di imprenditori». La Cina «può offrire una grande prospettiva di crescita del nostro export», aveva ribadito. Nei fatti, però, la delegazione potrebbe essere meno numerosa di quanto sperato e la due giorni potrebbe chiudersi senza la firma di ulteriori intese tra Roma e Pechino. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, la presenza di una delegazione imprenditoriale potrebbe anche non essere certa. Su alcuni dossier pesa la volontà delle imprese tricolori di mantenere un basso profilo, vista l’ostilità statunitense alla partecipazione dell’Italia alla Belt and Road, considerata uno strumento cinese per espandere la propria influenza geopolitica.
Negli ultimi trenta giorni i contatti con la Cina sono comunque andati avanti con le missioni del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, e del sottosegretario allo Sviluppo economico, Michele Geraci, entrambi ospiti al Bo’ao Forum, detta la Davos d’Oriente. Giovedì scorso il titolare del Mef ha inoltre avuto un faccia a faccia con Danny Alexander, vicepresidente della Banca asiatica per gli investimenti in infrastrutture, braccio finanziario della Bri, su prospettive d’investimento delle imprese italiane in Asia. La scorsa settimana era invece a Pechino, e prima ancora a Shenzhen, il sottosegretario agli Affari regionali, Stefano Buffagni, molto vicino al vicepremier e leader pentastellato, Luigi Di Maio, che nel corso della visita ha avuto incontri con l’Agenzia cinese del farmaco, dove si punta all’approvazione di alcuni prodotti italiani, e lavorato alla firma di nuovi possibili accordi. Di ieri è infine l’incontro in ambasciata dei rappresentanti del gruppo Danieli con i partner cinesi per discutere del seguito degli accordi firmati in occasione della visita del presidente Xi Jinping in Italia e della collaborazione in Paesi terzi. (riproduzione riservata)