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Politica

Eurasia, diplomazia del business per aprire un mercato comune

Antonio Fallico, ideatore del Forum e presidente di Intesa Russia, ha presentato a Verona una riflessione sugli equilibri geopolitici e sulle alleanze, nella prospettiva di un blocco economico che unisca i paesi dei due continenti e in particolare Russia e Unione Europea. Ma il mondo sembra andare da un'altra parte


28/10/2021 15:09

di Marco Fusi - Class Editori

settimanale
Antonio Fallico, presidente di Intesa Russia

Stretta a tenaglia tra le due grandi potenze globali, Usa e Cina, l'Eurasia, intesa come mercato integrato tra i paesi dei due continenti e in particolare Russia ed Unione Europea, sembra soffrire di prospettive concrete per la sua pratica attuazione. Tuttavia, la quattordicesima edizione del Forum Economico Eurasiatico, in corso a Verona, ha tentato di rilanciare una prospettiva che a tutt'oggi appare appannata, anche dall'embargo tuttora in vigore dell'Ue nei confronti della Russia.

Antonio Fallico, l'ideatore del Forum e Presidente di Conoscere Eurasia e di Banca Intesa Russia, ha difeso a spada tratta il contributo che la Grande Eurasia, che va dall'Atlantico al Pacifico, potrebbe dare per favorire la transizione verso un nuovo ordine geopolitico, economico e sociale. E la chiave di questo contributo sarebbe il business e la sua diplomazia. «Oggi, la diplomazia tradizionale non è più sufficiente, è necessario mobilitare la diplomazia del business a livello internazionale, che è capace di abbattere muri ideologici e sovrastrutturali e barriere geopolitiche, a favore di uno sviluppo economico internazionale umanistico e inclusivo» ha detto fra l'altro Fallico.

«Dopo due anni di pandemia, le prospettive di crescita sembrano positive, ma prossimamente dovremo affrontare sfide storiche a causa della crisi economica strutturale, aggravata da quella climatica. La pandemia è figlia del neoliberismo, basato su una fiducia assoluta nel mito del mercato globale deregolamentato e sul profitto privato illimitato» ha detto ancora.

Secondo il presidente di Intesa Russia, controllata del gruppo Intesa Sanpaolo, il principale nemico dello sviluppo economico a servizio dell'umanità sarebbe proprio il modello neoliberistico: la pandemia si è abbattuta in un modo afflitto da enormi disuguaglianze sociali, acuendole. «Abbiamo bisogno di un sistema di regole e servizi pubblici forti, ripensando completamente il modo in cui produciamo e consumiamo, perchè questa pandemia non sarà l'ultima. Dovremo ripensare radicalmente i criteri di sviluppo e benessere, superando la metrica del Pil con l'Indice di Sviluppo Umano (ISU) e l'Indice di Benessere Sostenibile (IBS)», ha spiegato.

Oggi, ha aggiunto Fallico, assistiamo a un processo di deglobalizzazione in cui si sono formati alcuni centri di governance regionali e macroregionali che tendono a chiudersi verso la concorrenza esterna per sviluppare al loro interno un mercato unico con regole e standard comuni. Una delle conseguenze è la ricollocazione delle catene produttive e logistiche vicino ai luoghi di consumo. Da questa crisi sistemica possiamo uscire soltanto con un'alleanza multipolare, riconoscendo gli interessi e il ruolo economico e geopolitico di ogni Paese.

Per superare l'attuale modello economico e al tempo stesso assicurare al nostro pianeta sicurezza e prosperità, è assolutamente necessario coinvolgere attivamente la Grande Eurasia dall'Atlantico al Pacifico. L'Amministrazione Biden appare debole e contraddittoria: da una parte cerca di rilanciare l'egemonia americano tramite la Nato, dall'altra è protagonista della caotica fuga dall'Afghanistan. Allo stesso tempo gli Usa hanno costituito due nuove alleanze militari contro la Cina e la Russia: la Quad con Australia, India e Giappone e l'Auk con Australia e Gran Bretagna.

«Sarebbe auspicabile che gli Stati Uniti agissero con realismo, ricercando un consensus con Cina, India, Russia, Europa e la Grande Eurasia sui problemi più importanti, come crisi economica e climatica, rinunciando a provocazioni militari. L'alleanza strategica e militare fra la Cina e la Russia, infatti, costituisce una potenza economica e nucleare per lo meno pari a quella americana».

L'analisi di Fallico è che l'Unione Europea ha buone prospettive di sviluppo economico, ma vive un periodo di difficoltà dovuto all'aumento del prezzo delle materie prime e dell'energia, alle spinte centrifughe di alcuni Paesi membri (Polonia) e di un sistema decisionale bizantino che talvolta sembra ignorare gli interessi economici verso Cina, Federazione Russa ed Unione Economica Eurasiatica, con cui le aziende europee vogliono sviluppare rapporti autonomi rispetto agli Usa.   

In proposito Fallico ha ricordato il Comprehensive Agreement on Investment siglato con Pechino a dicembre 2020, anno in cui la Cina è diventato il primo partner commerciale dell'Ue (586 miliardi di euro vs € 555 con gli Usa). Ora è importante che Bruxelles valuti le decisioni che avranno una ricaduta strategica nei prossimi anni, con ricadute geopolitiche ed economiche, come il Nord Stream 2. 

Nella visione del banchiere, la Russia, motore dell'Unione Economica Eurasiatica, rappresenta un legame naturale tra l'Unione Europea e l'Asia Orientale, punto di riferimento per uno sviluppo inclusivo dell'economia tra l'Atlantico e il Pacifico. Il valore strategico della Federazione Russa è accentuato dalla sua funzione propulsiva nella Shanghai Cooperation Organization (SCO): un'alleanza politica, economica e per la sicurezza eurasiatica a cui aderiscono anche Cina, India e Pakistan.

Fallico ha infine ricordato la particolare importanza dei corridoi di trasporto, che assicurano logistica e fornitura di merci, come testimoniato dal recente blocco del Canale di Suez: i transiti navali, via i mari Artici lungo le coste russe, sono considerevolmente aumentati, passando da 697 nel 2019 a 1281 nel 2020. Si stima che l'itinerario da Shangai a Rotterdam tramite il Grande Nord faccia risparmiare circa il 20% dei costi e una settimana di viaggio rispetto all'utilizzo del Canale di Suez.

Da parte sua l'Italia, legata alla Russia da storiche relazioni di amicizia e di cooperazione scientifica, industriale ed economica, può divenire un partner privilegiato della Russia e della Grande Eurasia nel rapporto con Usa e Nordamerica. (riproduzione riservata)


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