Le esportazioni cinesi nel mese di novembre hanno battuto il consenso, sebbene il ritmo di crescita sia rallentato rispetto a ottobre. Nel dettaglio l'export del Paese asiatico è aumentato del 22% a livello annuale lo scorso mese, in decelerazione rispetto alla crescita del 27% di ottobre, ma al di sopra del consenso degli economisti contattati dal Wall Street Journal che si aspettavano un incremento del 16,1%. Spinte da una solida domanda globale, le esportazioni sono state il principale motore di crescita della Cina dall'inizio della ripresa dalla pandemia.
Le esportazioni verso l'Associazione delle nazioni del sud-est asiatico, i maggiori partner commerciali della Cina, sono cresciute del 22,3% a livello annuale, rispetto al +18% a/a di ottobre. Quelle verso l'Unione Europea, il secondo partner commerciale, hanno rallentato al +33,5% a/a rispetto al +44,3% del mese precedente. Infine le esportazioni verso gli Stati Uniti, il terzo partner commerciale, sono aumentate del 5,3%, in calo dal +22,7% di ottobre.
Le importazioni cinesi sono invece aumentate del 31,7% su base annua a novembre, in scia all'aumento sia dei volumi che dei prezzi del carbone e del gas naturale importati. Il dato è in accelerazione rispetto al +20,6% di ottobre e al di sopra del +19,8% previsto dagli economisti.
Infine il surplus commerciale della Cina si è attestato a 71,72 miliardi di dollari a novembre, in calo rispetto agli 84,5 miliardi di dollari di ottobre e al di sotto del consenso degli economisti 82,2 miliardi di dollari.
È probabile che la variante Omicron del Covid-19 sostenga la domanda di esportazioni cinesi nel breve termine, poiché i rivenditori si riforniranno di beni di consumo in un contesto di restrizioni sui viaggi e di aumento delle misure di distanziamento sociale a livello globale, afferma Julian Evans-Pritchard, economista di Capital Economics.
La domanda globale per le esportazioni cinesi rimarrà forte, poiché i modelli di consumo si orientano verso i beni piuttosto che i servizi. Tuttavia se la variante dovesse rivelarsi meno grave del previsto, i modelli di spesa dei consumatori nelle economie occidentali potrebbero tornare dai beni ai servizi e le esportazioni cinesi potrebbero tornare a calare una volta che gli ordini arretrati saranno coperti, conclude l'economista. (riproduzione riservata)