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Politica

Forti aumenti dei noli sulle rotte Cina-Europa, timori per l'export

In dicembre sono triplicati per i trasporti dai porti cinesi al Mediterraneo e al nord America, a causa dell'aumento dei costi delle compagnie marittime che devono circumnavigare l'Africa per evitare i teatri di guerra in Medio Oriente. L'arrivo sul mercato di nuovo tonnellaggio potrebbe però ribaltare la situazione


10/01/2024 12:25

di Marco Leporati*

settimanale

Mancano 29 giorni alla celebrazione del Capodanno cinese con l’entrata nel segno del drago e  tutti gli esportatori e le compagnie marittime stanno facendo il conto alla rovescia mettendo in predicato tempi di percorrenza delle navi considerando ormai per acquisita la circumnavigazione del Capo di Buona Speranza e l’incremento dei noli occorso nelle ultime settimane.

Ogni settimana vi sono aumenti che stanno contribuendo a triplicare per un 40’ i valori del mese di dicembre, attualmente intorno agli 8.000 dollari dai porti cinesi verso il Mediterraneo ed il nord America.

Le voci che corrono non prevedono aumenti esponenziali dei noli quali quelli del periodo pandemico che si era prolungato per circa un anno ma a febbraio, ancorchè le attività in Cina siano sospese almeno per tre settimane l’ignoto di marzo è alle porte sia in termini di belligeranze nell’area mediorientale di cui al momento non si possono fare previsioni.

L’Iran a questo riguardo ha dichiarato di utilizzare una “pazienza strategica“, affermazione alquanto sibillina sia in termini di mercati visto che le stime apparse in questi giorni danno una crescita mondiale tra il 2,4 e il 2,6% con un incremento rispetto all’anno appena terminato dell’0,8%.

Forse qualche schiarita potrebbe fare capolino dall’annuale conferenza di Davos in programma a fine di questa settimana dove saranno presenti i massimi rappresentanti dei Paesi industrializzati.

Nel frattempo la milizia degli Houtis, a distanza da oltre un mese dai primi segnali di guerra,rimane inamovibile sulle proprie posizioni e richiede persino alle navi mercantili che intendono transitare  nel Mar Rosso verso il canale di Suez di dichiarare in anticipo la loro estraneità nei rapporti con Israele.

A contrasto le forze navali presenti nel Mar Rosso stanno crescendo: da un lato alla Properity Guardian, originale alleanza costituitasi un mese fa sotto l’egida americana, si sono aggiunte sporadiche forze navali appartenenti a Danimarca, Pakistan e addirittura Sri Lanka. Nel gioco delle parti tre navi iraniane sono di stanza fissa nella parte meridionale del Mar Rosso e più precisamente nel golfo di Aden.

L’ultimo attacco degli Houtis è avvenuto ieri  ed è stato contrastato dalla marina americana senza gravi conseguenze. Durante lo scorso week end  il numero di navi che ha attraversato lo stretto è stato il più basso dal marzo del 2021 quando l’Ever Given si era arenata nel canale di Suez. Questa situazione concerne i carichi mercantili in quanto le navi tanker e dry bulk non hanno avuto ripercussioni sulla rotta originale.

D’altro canto il passaggio dal Capo di Buona Speranza aumenta i costi del carburante utilizzato e i conseguenti costi dovuti alle nuove normative europee concernenti le emissioni (EU ETS). Una nave portaconteiner di 15.000 unità ha un costo raddoppiato in termini di crediti ambientali con la circumnavigazione pari a Euro 75.000.

A questa situazione vanno ad aggiungersi conflittualità latenti tra altri Paesi africani come la disputa di qualche giorno fa tra Somalia ed Etiopia. Non è nota a tutti l’esistenza di un piccolo stato denominato Somaliland, ex colonia inglese, autoproclamatosi indipendente nel 1991 a regime democratico e relegato sul Corno d’Africa, confinante con Gibuti a nordovest, con l’Etiopia a sudovest e con la Somalia al nord.

All’inizio dell’anno l’Etiopia si era garantita per 50 anni l’utilizzo del porto di Berbera appartenente a questo staterello quale accesso al mare. L’accordo è poi stato annullato nel giro di qualche giorno dal Presidente della Somalia.

Appare singolare che, nonostante le circostanze di rischio e pericolo, sia in programma per quest' anno la consegna di 140 navi per una capacità totale di 3 milioni di teus. Per garantire parte della occupancy delle nuove navi si potrebbe verificare un’abbassamento dei noli, secondo alcuni, dopo l'attuale ondata di aumenti.

Un rapporto della banca HSBC sostiene che:«Se la crisi dovesse rimanere irrisolta per più di due settimane potrebbe causare alti noli contrattuali nella negoziazione annuale tra compagnie marittime e gli importatori della grande distribuzione. Ciò potrebbe aiutare a prevenire una diminuzione oltre stimata dei profitti rispetto alle aspettative prima di questa crisi». (riproduzione riservata)

* presidente di Savino del Bene Shanghai Co. Vive e lavora a Shanghai da 30 anni


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