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Politica

Il ministro Urso in Cina per portare l'automotive cinese in Italia

Il viaggio del Ministro delle Imprese e del Made in Italy è finalizzato a convincere un produttore cinese importante a investire su uno stabilimento nella penisola. In lizza Dongfeng, Byd e Chery Auto. A fine mese sarà a Pechino anche la premier Meloni, mentre nella capitale cinese si torna a parlare di Marco Polo


01/07/2024 16:24

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

settimanale
Aldolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy

Sarà un luglio intenso nelle relazioni diplomatiche tra Italia e Cina, scandito dalle visite del Ministro del made in Italia Adolfo Urso e della presidente del consiglio Giorgia Meloni nella capitale cinese, e dalle rievocazione dell'avventura cinese di Marco Polo, a cui è dedicata a Pechino la grande mostra al China World Art Museum, "Il Milione di Marco Polo e la sua eredità fra oriente e occidente" organizzata dall'Istituto Italiano di Cultura di Pechino, dall'Ambasciata d’Italia a Pechino, e coordinata da Treccani, con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri, che si aprirà questo mese.

Il prossimo 4 luglio sarà ricevuto all'ambasciata italiana di Pechino Aldolfo Urso impegnato in una serie di incontri bilaterali con il preciso obiettivo di concludere i pourparler avviati con alcuni importanti produttori cinesi dell'automotive di nuova generazione, tra cui Dongfeng, azionista di Stellantis,  Chery Auto e Byd, partecipata dagli americani e il maggiore concorrente di Tesla nell'elettrico.

«Vorremmo iniziare a produrre in Italia e siamo pronti a incontrare il governo», aveva ammesso Qian Xie, head of Europe operation di Dongfeng, a Milano all'evento di presentazione di Voyah, il nuovo marchio della casa cinese sbarcata in Italiaa livello commerciale. Qian Xie ha parlato di contatti positivi con il governo italiano, con il quale c’è già stato un primo scambio di documenti, e l’obiettivo del gruppo cinese sarebbe quello di avviare un impianto in Italia con una capacità di produzione di oltre 100 mila veicoli all’anno. Il governo, in trattative abbastanza avanzate anche con il gruppo Chery, sarebbe al lavoro per iniziare a offrire a Dongfeng alcune opzioni per eventuali siti produttivi.

Byd, dal cantop suo, punta ad aprire un secondo stabilimento in Europa dopo l'impianto ungherese già in fase di realizzazione.  «Abbiamo alcuni contatti per discuterne», ha confermato Michael Shu, ceo di Byd Europe, in un'intervista rilasciata a Bloomberg nel corso del Salone Internazionale dell'Auto a Ginevralo scorso febbraio. La necessità di un secondo stabilimento europeo, spiega il manager, «dipende dalle vendite; ora stiamo facendo ottimi progressi». Lo scorso anno Byd ha superato Tesla acquisendo la leadership nella vendita di veicoli elettrici.

La visita della premier Meloni, che era stato annunciata per lo scorso novembre, punterà a dare contenuto alla partenrship economica con la Repubblica popolare, annunciata dopo il mancato rinnovo dell'accordo sulla Via della Seta. In proposito l'ambasciatore italiano a Pechino, Massimo Ambriosetti, ha avuto modo di osservare recentemente che c'è spazio per una ripresa importante degli scambi tra i due paesi proprio perché  la pandemia e i cambiamenti del contesto internazionale hanno allontanato molti Paesi dal mercato cinese.

Potrebbe esserci un cambiamento tra i settori vincenti, con settori che sono stati importanti nel passato, che non lo saranno più, ha avvertito l'ambasciatore,  sostenendo che l’attrazione degli investimenti cinesi in Italia è viva e forte, nonostante le indubbie frizioni dovute anche ai dazi. Alla Cina e alle controparti aziendali cinesi va comunicato che l’Italia è pronta a collaborare per individuare un nuovo paradigma, che richiede un cambio di rotta chiaro rispetto al modello precedente, tenendo conto che il mercato cinese resta imprescindibile nei piani di sviluppo niternazionali di ogni azienda, grande o piccola, anche per guadagnare punti sui concorrenti europei. (riproduzione riservata)



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