Per comprendere i contenuti delle Two sessions del 13° National People’s Congress abbinato ai lavori dell’Assemblea Nazionale del Popolo che abitualmente si tiene nei primi giorni di marzo, dopo le celebrazioni del Capodanno cinese, con l'eccezione dello scorso anno per i noti problemi di Covid 19, e quest'anno ha anche discusso del 14° Piano Quinquennale, bisogna partire dal documento elaborato e presentato contestualmente all’apertura dei lavori della National Commission Reform and Development.
È un documento di una sessantina di pagine, tradotto tempestivamente in lingua inglese che consente di analizzare e capire le modalità di implementazione dei contenuti oggetto delle decisioni politiche del Governo cinese.
Da una prima lettura emerge che il documento programmatico è stato costruito, con una sorta di rivoluzione copernicana, partendo dai bisogni della popolazione e dalla loro conseguente sicurezza con una menzione di quanto è stato fatto: il primo capoverso infatti recita: “Noi abbiamo messo la salute e la sicurezza del nostro popolo prima di tutto ed abbiamo conseguito i maggiori obiettivi strategici nella lotta contro il Covid 19”.
La seconda affermazione è quella relativa alla completa vittoria nella battaglia contro la povertà. Sembrerebbe che la vittoria sul Covid 19 e quella sulla povertà, a cascata, possano essere considerate le ragioni dell’operato del 2020 ed il presupposto che a ventaglio si apre su tutti gli altri aspetti economici e sociali del Piano quinquennale.
Vengono poi trattati in modo dettagliato gli obiettivi nei diversi settori, dall’economia all’ambiente, dalla tecnologia all’agricoltura. Questo piano, che cade in un momento cruciale della situazione geopolitica mondiale, tiene anche conto di momenti importanti quali la ricorrenza dei cento anni dalla fondazione del Partito Comunista a Shanghai nel prossimo luglio; la ripresa rivitalizzata del Made in China 2025, paradigma nato nel 2015 e per diverse ragioni accantonato ora collegato con il progetto Ten Thousand Talent Plan mirato ad attrarre persone qualificate dall’estero ma oggi in balia di visti e permessi; il traguardo del 2035 per il contributo alla decarbonizzazione ed infine, lanciando lo sguardo oltre l’orizzonte, il 2049, celebrazione dei cento anni della Repubblica Popolare cinese.
Questa visione a 360° dello sviluppo futuro della Cina va vista invece come frutto di un lavoro certosino dove quotidianamente vengono affrontate le criticità di un argomento o di un problema. È sufficiente guardare CCTV con i suoi notiziari e servizi che mostrano la precisione chirurgica nell’affrontarli.
Tutti gli osservatori sono concentrati sullo sviluppo della tecnologia, intelligenza artificiale e machine learning ma pochi sono attenti all’agricoltura che è in un pieno processo di rinnovamento per garantire il rifornimento alimentare ad una popolazione così numerosa con ambizione del salto di qualità nella vita quotidiana.
Come insegnano le scuole di consulenza aziendale, una volta fissati gli obiettivi è necessario predisporre un “ action plan” che nella nostra lettura del documento in oggetto risulta così motivato: ”un solido sistema di mercato” si fonda sui seguenti elementi:
- Il territorio inteso come spazio da dedicare ad un nuovo modello di agricoltura con la garanzia di una produzione di grano prevista annualmente in 650 milioni di tonnellate nonchè delle aree destinate all’edilizia industriale e residenziale cui si collegano i sussidi economici ai dipendenti per l’acquisto della casa (housing fund).
- Il capitale inteso sia nei flussi orientati al mercato azionario sia per le infrastrutture e la raccolta di capital venture che rimanda al capitolo concernente i progetti specifici in fase di completamento ed i nuovi per reti di collegamento che coprono ad ampio raggio le ferrovie, le autostrade, i porti fluviali e gli areoporti nonchè i collegamenti con Paesi limitrofi sotto l’egida della Belt& Road ( Laos, Malesia, Indonesia e Tailandia).
- Un accenno all’attivazione di alcune unità di centrali nucleari tra cui Tianwan Nuclear Power Plant piuttosto che l’attivazione di reti di collegamento elettrico ad alto voltaggio o il potenziamento del gasdotto Cina-Russia.
La seconda parte riguarda la Belt & Road e tutti gli accordi e trattati stipulati in precedenza con altri Paesi o alleanze di Stati (RCEP e CAI). Solo nel corpo centrale del documento vengono poi specificati in modo dettagliato i principali obiettivi delle politiche governative: crescita del pil intorno al 6%; creazione di 11 milioni di posti di lavoro; inflazione intorno al 3%; crescita delle retribuzioni.
Una voce importante è la stabilità dei volumi di import ed export e, aspetto non trascurabile, correlata ad un equilibrio nella bilancia dei pagamenti. Infine, è prevista una diminuzione attorno al 3% nel consumo di energia in rapporto ad unità del pil e dei fattori inquinanti.
L’ultima parte è relativa agli obiettivi del 2021 con un ritorno accentuato alla lotta al Covid 19 e alla riqualificazione delle aree rurali per contribuire non solo alla temporanea eliminazione della povertà ma ad una elevazione sociale delle classi rurali coinvolte.
Ritorna poi, enfatizzata, la Dual Ciculation, presentata nella primavera del 2020 e che si è rivelata, ancora una volta, un modello per garantire reddito alla popolazione cinese. L'ambizioso ma realistico di fronte ad un cambiamento epocale avrebbe bisogno di approfonditi commentinell'insieme e sui singoli aspetti. Tra i commenti, quello di Andrew Batson, China Research Director per Gavekal Dragonomics, è parsa la più attinente: “Il piano sembra un compromesso tra coloro che pensano che i target di crescita siano distorti e non necessari e coloro invece che pensano che la Cina abbia bisogno ancora di raggiungere il suo sogno della grandezza nazionale”. (riproduzione riservata)
*managing director a Shanghai di Savino Del Bene, azienda di trasporti internazionali e logistica. Vive e lavora in Cina da oltre 25 anni.