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Politica

Il pil della Cina è caduto del 6,8% nei primi tre mesi 2020

Si tratta della prima contrazione dal 1992 e il peggior dato dalla fine degli anni Settanta del secolo scorso. Ora il Paese sta cercando di recuperare la produzione, è arrivato all'80%, ma il balzo successivo è molto più complicato


17/04/2020 10:13

di Elena Dal Maso - Class Edtori

Cina

L'economia cinese è scesa del 6,8% nei primi tre mesi del 2020 rispetto a un anno prima, segnando in questo modo il primo calo del Pil del Paese da quando Pechino ha iniziato a registrare il prodotto interno lordo su base trimestrale nel 1992. Il dato di gennaio-marzo, pubblicato oggi, è la peggiore performance dalla fine degli anni '70.

Il calo della Cina del 6,8% su base annua segue un guadagno del 6% negli ultimi tre mesi del 2019, ma il dato è migliore del crollo dell'8,3% atteso da 15 economisti intervistati dal Wall Street Journal. Rispetto al quarto trimestre del 2019, il Pil cinese si è contratto del 9,8%. S&P Global ratings si attende comunque una crescita annuale dell'1,2% nel 2020 da parte della Cina.

Questi dati, che seppur fortemente negativi sono migliori delle attese, hanno sostenuto il sentiment dei mercati in Asia, assieme alla notizia, di poche ore fa, che i ricercatori di medicina dell'Università di Chicago hanno detto di aver registrato "rapide guarigioni" nei pazienti trattati con il remdesivir sperimentale messo a punto dal gruppo americano Gilead Sciences. 

Alle ore 7:10 italiane il Nikkei balza del 2,7%, l'Hang Seng sale  del 2,31%, mentre Shanghai guadagna lo 0,89%. L'oro cala dello 0,7% a 1.719 dollari l'oncia, il petrolio Wti americano perde lo 0,86% a 19,76 dollari il barile. L'euro oggi torna a salire dello 0,3% a 108,71, lo yen guadagna lo 0,18% a 107,71, la sterlina cresce delo 0,32% a 1,2498. I futures sull'S&P balzano del 3,12%.

Il tasso di disoccupazione urbana della Cina, che per anni è rimasto sostanzialmente statico intorno al 5% nonostante gli alti e bassi dell'economia, è salito al 5,9% a fine marzo dopo una lettura del 6,2% a febbraio, un record per il Paese.

La produzione industriale è scesa dell'1,1% nel trimestre, contro aspettative più pessimistiche di un crollo del 7,5%, mentre gli investimenti in immobilizzazioni sono diminuiti del 16%, in linea con le attese. Le vendite al dettaglio hanno perso il 15,8% a marzo, molto peggio delle aspettative per un calo dell'8%.

Gli investimenti immobiliari sono diminuiti del 7,7% rispetto all'anno precedente, mentre le vendite di immobili sono scese del 22,8%. Una società di ricerca economica, Trivium China, stima che l'attività commerciale sia tornata a circa l'83% della capacità rispetto al 70% un mese fa, ma che da quel punto si sia appiattita attorno all'80%. "L'ultimo 20% da recuperare sarà più difficile di tutti i progressi fatti finora", hanno scritto gli analisti di Trivium in una nota.

Ieri l'S&P 500 è salito dello 0,6% dopo una sessione di forte volatilità in seguito alla pubblicazione di un rapporto del governo secondo cui 5,2 milioni di americani hanno presentato domanda di sussidio di disoccupazione la scorsa settimana. Un dato che portato il totale di richieste dell'ultimo mese a circa 22 milioni. (riproduzione riservata)


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