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Politica

Il Qatar meta per pmi e artigiani italiani. Parla l'ambasciatore Salzano

L'Emirato sta diversificando la propria economia. Nel corso degli ultimi anni, Doha ha riservato grande attenzione allo sviluppo, favorendo l’afflusso di investimenti privati ed esteri in settori quali il petrolchimico, ma anche servizi finanziari, welfare, sanitario e della ricerca scientifica, istruzione e formazione, turismo e sport. E da gennaio è caduto il tetto alla proprietà straniera delle aziende


24/05/2019 14:12

di Andrea Pira - Class Editori

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Pasquale Salzano, ambasciatore in Qatar

La novità più importate introdotta a inizio anno è la possibilità per gli stranieri che investono in Qatar di detenere le società al 100%, senza appoggiarsi a un socio locale. Prima di questa modifica, in base alle norme del 2000, gli investitori stranieri dovevano fermarsi al 49%, fermo restando che ancora oggi per beneficiare di questa opportunità è richiesta l’autorizzazione governativa e alcuni settori restano riservati ai qatarini.

La misura è una delle novità illustrate al mondo imprenditoriale romano in un  convegno organizzato da Unindustria in collaborazione con lo Studio Legale Pavia e Ansaldo e con la sponsorizzazione di Qatar Airways, alla presenza di  Gerardo Iamunno, Presidente Gruppo Tecnico Mercati Globali e Valorizzazione del Made in Italy di Unindustria, di Pasquale Salzano, Ambasciatore d’Italia in Qatar, di Abdulaziz Ahmed Almalki Aljehni, Ambasciatore del Qatar in Italia, di Giosafat Riganò, Direttore dell’ICE in Qatar, di Stefano Nicoletti, capo dell’Ufficio internazionalizzazione delle imprese, di Roberto Santori, Presidente Sezione Consulenza, Attività Professionali e Formazione di Unindustria, e Alessandro Comini, Of Counsel dello Studio Legale Pavia e Ansaldo.

“Il Qatar è il Paese con il reddito pro capite più alto al mondo, addirittura circa il doppio di quello dei vicini Emirati Arabi Uniti. È inoltre un Paese che sta diversificando la propria economia. Non è più quindi soltanto gas, sebbene l’emirato sia il terzo Paese al mondo per riserve dopo Russia e Iran nonché leader nel gas naturale liquefatto”, spiega l’ambasciatore Salzano a colloquio con Class Editori.

Nel corso degli ultimi anni, Doha ha riservato grande attenzione allo sviluppo, favorendo l’afflusso di investimenti privati ed esteri in settori quali il petrolchimico, ma anche servizi finanziari, welfare, sanitario e della ricerca scientifica, istruzione e formazione, turismo e sport.

In questo contesto l’Italia può rappresentare un partner di primo piano. Già nel corso delle tensioni con gli altri Paesi del Golfo e nella prima fase dell’embargo imposto da Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein ed Egitto, ricorda Salzano, il Qatar ha potuto affrontare la crisi alimentare sfruttando la tecnologia di refrigerazione italiana, potendo così conservare al meglio il cibo.

L’agroalimentare, rimarca l’ambasciatore, resta uno dei settori di traino. Proprio nel corso dell’ultima missione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte a Doha, Coldiretti ha raggiunto un accordo per esporre prodotti a marchio FAI “Filiera Agricola Italiana” nei supermercati dell’emirato e di altri Paesi dell’area in collaborazione con il gruppo Lulu.

Nel 2018 l’interscambio commerciale si è attestato a 2,6 miliardi di euro, in crescita del 23,2% sull’anno precedente. Non sono soltanto i grandi gruppi come Salini, Saipem, Fincantieri o Eni ad essere attivi nell’emirato. “Le piccole e medie imprese, ma anche gli artigiani italiani possono trovare spazio”, sottolinea Salzano. “Occorre però concentrarsi sulla qualità dei servizi. Stiamo parlando di un Paese con una clientela dotata di una elevata capacità di spesa ed esigente. Per vincere la concorrenza occorre garantire servizi, continuativi, che vadano oltre la sola commessa e vendita del prodotto”


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