L’impegno a raggiungere entro il 2020 un accordo ominicomprensivo sugli investimenti è il più importante contenuto del comunicato congiunto diffuso al termine dell’ultimo vertice tra Unione europea e Cina.
“L’accordo potrebbe potenzialmente essere il principale momento di svolta delle relazioni sino-europea, iniziate oltre 40 anni fa”, si legge nel commento al comunicato diffuso dalla Camera di Commercio europea in Cina, “Le attese sono alte affinché l’accordo possa affrontare il tema dell’accesso di mercato in tutti i settori dell’industria e dare la luce a un ambiente paritario per gli affari”.
“Siamo lieti che Ue e Cina continuino a impegnarsi in discussioni costruttive per arrivare a miglioramenti sostanziali nelle relazioni bilaterali commerciali e d’investimento”, spiega Mats Harborn, presidente della Camera di commercio europe, “Come comunità d’affari riteniamo il dialogo la via migliore su cui procedere. Deve però dare risultati eloquenti. Confidiamo che il nuovo crono programma possa focalizzarsi sul lavoro ancora da fare”.
I colloqui tra Pechino e Bruxelles sono iniziati nel 2013, ma senza mai arrivare alla svolta auspicata. Per il 2019 ci si attendono quindi progressi significativi, anche con l’istituzione di un meccanismo politico per monitorare l’andamento dei negoziati, nonché la conclusione dell’accordo sulle indicazioni geografiche, inizialmente previsto per la fine dello scorso anno. Dall'accordo sulla sicurezza nell'aviazione alla promessa di lavorare per la sostenibilità a lungo termine della connettività sino-europea, il documento affronta diversi temi dei quali la Camera si è
Altro punto dirimente per le imprese europee è il riferimento all’impegno a cooperare per riformare l’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), anche attraverso un gruppo di lavoro congiunto. È importate per sostenere lo status del Wto come l’istituzione accettata per gestire il commercio internazionale e per affrontare la frustrazione delle aziende Ue in Cina, che derivano dall’uso estensivo delle politiche di sussidio”.
Le aziende condividono con Bruxelles le esortazioni affinché ci siano aperture sulle gare e le forniture governative. Plaudono inoltre alla accordo per bloccare i trasferimenti forzati di tecnologia, una delle condizioni per l’accesso degli stranieri in Cina, premettendo però che i feedback ricevuti dalle imprese saranno il vero barometro dell’attuazione di quanto promesso.