Ancora numeri record per il commercio con l'estero della Cina: la bilancia commerciale a fine dicembre si è attestata a 1.048 miliardi di dollari, sospinta dalla crescita a due cifre delle esportazioni(+10,7% a livello annuale), mentre le aspettative erano di una crescita del 7,3%.
In novembre l'aumento delle esportazioni era stato del 6,7% e si era impennato in ottobre segnando un +12,7%. Secondo le prime valutazioni degli analisti la crescita sarebbe determinata dal fatto che gli esportatori hanno teso ad anticipare le spedizioni a causa delle preoccupazioni per i dazi annunciati dall'amministrazione Trump, mentre le misure di stimolo del Paese sembrano sostenere la domanda nel settore industriale.
Per contro le importazioni sono invece aumentate dell'1% a/a, invertendo la contrazione dei due mesi precedenti. Gli analisti avevano previsto un calo delle importazioni dell'1,5% su base annua. Questo dato si confronta con una discesa del 3,9% a novembre e del 2,3% a ottobre.
Sul piano generale il commercio con l'estero della Cina ha registrato nell'anno appena chiuso una crescita del 3,8%, con l'export a +5,9% portandosi al record di 6,1 triliardi di dollari. Gli scambi con l'Unione europea, che resta il principale partner nel mondo occidentale sono rimasti sostanzialmente stabili (+0,4%) a 786 miliardi di dollari, frutto di un export cresciuto del 3% in ragione d'anno, e di minori importazioni (-4,4%), con la Germania primo partner europeo a 201 miliardi di dollari (-2,4%).
Trend analogo si è sviluppato nei rapporti con l'Italia, che ha chiuso l'anno, secondo i dati delle dogane cinesi, con flussi per 72,5 miliardi di dollari, sintesi di export cinesi nella penisola in crescita del 3,8% e di import di made in Italy in calo del 3,2% in ragione d'anno. Tra i concorrenti italiani la Germania ha segnato un calo dell'export in Cina del 10% e la Francia di quasi il 6%. L'export cinese è aumentato anche negli Stati Uniti di quasi il 5%, spingendo il totale degli scambi a 688 miliardi di dollari.
Sorprendente il dato del comercio con la Federazione russa: nel 2024 i flussi sono cresciuti solo del 1,9% a 244 miliardi di dollari, con l'export (dalla Cina alla Russia) che segna un +4%, mentre l'import, 125 miliardi di dollari, di cui gran parte gas, è rimasto stabile.
«È probabile che le spedizioni in uscita rimangano resistenti nel breve termine, sostenute da ulteriori guadagni nella quota di mercato globale, grazie alla debolezza dello yuan», ha previsto Zichun Huang, economista per la Cina di Capital Economics.
Le prospettive per le esportazioni per l'intero anno, tuttavia, appaiono meno ottimistiche, in quanto «potenziali aumenti dei dazi potrebbero smorzare lo slancio», ha aggiunto Bruce Pang, ricercatore senior della National Institution for Finance and Development. «Nel breve termine, si prevede un ulteriore rimbalzo del volume delle importazioni, trainato da una maggiore domanda di beni industriali e dall'accelerazione della spesa fiscale», ha concluso Pang.
Silvia Guizzo, economista della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, «l'attesa introduzione di ulteriori dazi da parte degli Stati Uniti impatterà negativamente sulle esportazioni verosimilmente a partire dal secondo trimestre del 2025, ma dovrebbe continuare ad avere un effetto positivo nel breve termine spingendo gli operatori ad anticipare gli ordini».
«Le esportazioni continueranno, inoltre, a essere supportate dal calo dei prezzi e dal cambio effettivo reale. Le misure a sostegno del mercato immobiliare e l'atteso aumento dello stimolo fiscale dovrebbero continuare, invece, a sostenere le importazioni», ha concluso l'analista. (riproduzione riservata)