Il nome più noto è quello di Giada Zhang, una studentessa cinese, laureata in Economia all'Università Bocconi di Milano, che nel capoluogo lombardo ha fondato Mulan, società di successo nel food delivery.
Giada fa parte della Bocconi Alumni Community che in Cina raggruppa circa quattrocento bocconiani di cui buona parte cinese, una rete che attraverso un fundrising economico garantisce una serie di attività ed iniziative come l’organizzazione di eventi in occasione di incontri con docenti della Bocconi visiting in Cina e visite guidate in aziende radicate sul territorio cinese.
L'evento, con cena natalizia, più recente si è tenuto a Shanghai con Carlo Altomonte, Professore di Economia presso l'università e Associate Dean for Stakeholder Engagement Programs allo SDA, la scuola di management della stesso ateneo, con la partecipazione di una cinquantina di bocconiani che hanno ascoltato una relazione sulle prospettive economiche del 2024 dall’Europa alla Cina.
Anche a causa della complessità della situazione contingente, la Bocconi Alumni Community è diventata una specie di rete di connessione che può esser di supporto diretto o indiretto sia per i neolaureati sia per coloro che hanno raggiunto posizioni lavorative importanti nella catena del comando.
«Queste occasioni di incontro sono estremamente utili per confrontarsi reciprocamente sulle esperienze lavorative in corso e sulle problematiche generali relative a questo Paese», ha sottolineatro Lili Zhou, che segue per parte cinese la Bocconi Alumni Community ed è il perfetto esempio di questa contaminazione culturale e professionale.
Arrivata giovanissima in Italia con la famiglia ha avuto la possibilità di seguire il corso di studio che l’ha portata a frequentare la Bocconi. Dopo un’esperienza lavorativa in Italia è tornata in Cina con l’opportunità di lavorare per aziende italiane presenti in Cina quali Intesa Sanpaolo e oggi Amplifon.
«Questa ricetta della Bocconi Alumny Community basata sul confronto di esperienze è per i giovani neolaureati ed anche per i meno giovani un elemento aggiuntivo nella loro crescita professionale che aiuta ad affrontare le difficoltà quotidiane» ha aggiunto Lili Zhou.
L'apertura della Bocconi, ultracentenaria istituzione milanese, alla Cina risale al 2006, Anno dell’Italia in Cina, quando nella sezione Scienza e Tecnologia, veniva presentato il “Progetto Università Italo-cinese” a cura del Ministero dell’Università e della Ricerca che vedeva coinvolta Bocconi con altri atenei italiani per un corso biennale in lingua inglese con frequenza alternata a Shanghai presso la Fudan University e nella sede della Bocconi nell’area dell’economia e Management con rilascio finale di doppi titoli inclusivo di Master con Bachelor degree in lingua inglese.
Fabio Mussi, Ministro in carica a quel tempo, aveva scritto:«Nel settembre 2006 inizieranno nel Campus di Shanghai i corsi destinati a formare una componente della furura classe dirigente sia italiana sia cinese in grado di acquisire una conoscenza approfondita e sentita delle reciproche realtà, sviluppando così quelle relazioni che sono alla base dello sviluppo sociale, economico e culturale di entrambi i Paesi».
Prova ne è che coloro i quali gravitano in Cina e nella regione APAC sono legati alla Bocconi Alumni Community che si dispiega nel mondo con 140.000 membri e che ha come obiettivo quello di rafforzare il network per poter anche offrire contributi alle giovani leve del futuro.
Compito delle Università è creare figure professionali da innestare nel tessuto economico-sociale. L’Università Bocconi, sin dalla sua fondazione ha chiaro questo compito e nel passato molti laureati hanno occupato posizioni apicali in organizzazioni e società all’estero.
Oggi più che mai, l’internalizzazione – da non confondersi con la globalizzazione - è il volano dello sviluppo economico soprattutto in un momento particolarmente contraddittorio ed incerto quale il nostro presente. (riproduzione riservata)
*presidente di Savino del Bene Shanghai Co. Vive e lavora a Shanghai da 30 anni