È l’Asia, assieme all’Oceani, la regione più attrattiva per gli imprenditori italiani. Il continente è stato il più votato nel sondaggio realizzato a Cernobbio in occasione della 30esima edizione del Workshop “Lo Scenario dell’Economia della Finanza” organizzato dall’Europena House Ambrosetti.
La seconda sessione dei lavori è stata dedicata agli scenari di rischi e opportunità nei Paesi emergenti. Tra gli oratori Jim O’Neill, già chairman di Goldman Sachs Asset Management e ideatore dell’acronimo Bric per indicare agli inizi degli anni 2000 le potenze economiche emergenti di Brasile, Russia, India e Cina.
Rispetto ai tassi di crescita a doppia cifra registrati tra il 2002 e il 2007, la Repubblica popolare, ora seconda economia al mondo, fa segnare oggi un passo più lento. Nel 2018 l’espansione del pil è stata del 6,6%, la più bassa dal 1990.
“Nell’ultimo anno, per la prima volta da trent’anni, sono stato più dubbioso su alcuni aspetti del percorso intrapreso dalla Cina rispetto a quanto lo sia stato in passato”, ha spiegato O’Neill alla Cnbc a margine dell’evento a Villa D’Este, “spero che le iniziative messe in essere dall’autorità cinesi fin dall’inizio dell’anno, tagliate a favore dei consumatori, possano aiutare. In caso contrario potrebbe essere un problema”.
D’altra parte, ricorda l’economista britannico, nell’ultimo decennio l’85% del pil globale è arrivato da Stati Uniti e Cina, la metà dalla sola Cina e in particolare dai consumatori cinesi. “Nonostante il rallentamento, stanno diventando sempre più importanti per l’intera economia globale e non soltanto per loro stessi. Ciò è cruciale, secondo me”, ha concluso O’Neill
In ogni caso "è improbabile che una recessione provenga dalla Cina. L'economia cinese non solo possiede di gran lunga il più grande arsenale globale per combattere la recessione economica, ma è anche disposta a utilizzare questo arsenale per questo scopo specifico", commenta Philipp Vorndran, Capital Market Strategist di Flossbach von Storch, "Ciò è dimostrato in modo impressionante dai nuovi prestiti nell'intero mercato del credito cinese, comprese le shadow banks. I nuovi prestiti bancari, l'area in cui il governo cinese può stimolare l'economia in modo più evidente, hanno raggiunto un nuovo record a gennaio. Naturalmente, questa contromisura ha un prezzo: il debito totale della Cina in percentuale del prodotto interno lordo (PIL) è ora salito a un livello equivalente a quello della zona euro e degli Stati Uniti. Ciò dimostra che l'arsenale cinese è disponibile, ma non è infinitamente grande. Forse tra tre o quattro anni dovremo dare un'altra occhiata a questo arsenale, ma al momento funziona perfettamente. A nostro avviso, non ci sono segni di uno sviluppo recessivo".
Tra i 200 imprenditori sondati a Cernobbio la Cina è considerata tra i Paesi più attrattivi per gli investimenti dal 31,7% degli intervistati, un balzo rispetto a due anni fa, quando il gradimento si fermava al 17,7% .
Guardando alle macro-aree è l’Asia-Oceania la regione cui le aziende guardano con maggiore interesse, raccogliendo il 44,8% dei consensi. Distaccato l’Europa Orientale con il 20,7% delle preferenze mentre il Medio Oriente ha raccolto soltanto 13,8% delle risposte. La Turchia, invece, è il Paese che per il 60,5% degli imprenditori risulta essere meno attrattivo in assoluto, seguito dal Sud Africa (34,4%).