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Politica

La Cina lancia un'indagine anti-dumping sulle plastiche europee

Oggetto dell'iniziativa sono le importazioni di co-polimeri di poliossimetilene anche dagli Stati Uniti, Taiwan e Giappone, oltre che dalla Ue, e utilizzati in sostituzione del metallo. La Camera di commercio cinese per l'Europa minaccia misure ritorsive per vino e prodotti lattiero-caseari


21/05/2024 15:15

di Andrea Bonfiglio - Class Editori

settimanale
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea

Il governo cinese ha lanciato un'indagine anti-dumping relativa alle importazioni di co-polimeri di poliossimetilene dall'Unione Europea, dagli Stati Uniti, da Taiwan e dal Giappone, scrive l'agenzia di Stato Xinhua. La decisione è stata presa dopo la richiesta di sei aziende attive nella sintesi del polimero, utilizzato in vari settori come sostituto del metallo.

Le relazioni commerciali con la Ue potrebbero però andare incontro allo stesso deterioramento di quelle con gli Usa. In un post sulla piattaforma social Yuyuan Tantian, pubblicato da un account riconducibile ai media di Stato, Pechino avrebbe sottolineato che il perseguimento delle indagini da parte della Commissione europea su alcune società cinesi potrebbe portare a una serie di misure adottate in risposta. In effetti, scrive Bloomberg, l'Ue ha già in corso indagini su società cinesi presumibilmente finanziate da fondi statali, in particolare quelle attive nella produzione di veicoli elettrici al fine di escluderle dalla partecipazione in appalti pubblici.

La Camera di Commercio cinese all'Unione Europea ha fatto eco all'avvertimento pubblicato sulla piattaforma, sostenendo che «vino e prodotti lattiero-caseari europei potrebbero trovarsi sotto il fuoco incrociato» in caso di peggioramento delle relazioni economiche tra le due realtà. Nonostante i dati Bloomberg rilevino che l'impatto a livello economico sarebbe minimo per l'Unione Europea, in quanto quei prodotti costituiscono solo il 3% delle importazioni totali della Cina dalla Ue, l'eventualità di una guerra tariffaria o mediante altri mezzi di protezionismo potrebbe avere un impatto negativo sulla performance delle società, alla stessa stregua di quello che stanno già vivendo le aziende attive nella rete Usa-Cina.

Nel frattempo i governi dei Paesi membri della Ue dichiarano che le aziende europee sono messe a rischio dai sussidi cinesi alle imprese attive nel territorio. Alcuni governi sono stati cauti nel rispondere con l'adozione di dazi, ma il capo della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato dopo l'incontro con il presidente cinese Xi Jinping del mese scorso che l'Europa è pronta a mettere in campo tutti gli strumenti disponibili per scongiurare ogni pericolo per il mercato interno. (riproduzione riservata)


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