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Politica

La classe media cinese è un rebus, ma il lusso terrà anche nel 2021

Mc Kinsey prevede che si avvicinerà a 600 milioni di individui in pochi anni, ma per ora altrettanti cinesi hanno un reddito annuo di 1.500 euro. Quindi secondo i dati attuali la strada per arrivare a un reddito medio di tipo occidentale è ancora molto lunga e la lotta alla povertà affatto conclusa. Eppure i consumi salgono rapidamente e il mercato immobiliare è in ebolizione non solo nelle grandi città del sud


22/12/2020 11:23

di Marco Leporati*

settimanale

In merito alla crescita per il prossimo anno del consumo domestico in Cina, Mc Kinsey & Co. stima che intorno alla metà di questa decade si giunga a 600 milioni di persone che possano considerarsi appartenente alla classe media.

Ma da chi è rappresentata la classe media e vi sono categorie o gruppi di cinesi che simboleggiano gli agenti motori di questa classe?

Secondo la definizione del National Bureau of Statistics appartiene alla classe media la famiglia con due o tre salari che, sommati, risultano garantire un reddito annuale compreso tra 13 mila e i 64 euro. Questo dato rappresenta meno di un terzo della popolazione in Cina mentre in Giappone vale per i due terzi della popolazione in rapporto con il numero degli abitanti e negli Stati Uniti, in periodo pre-covid, ne rappresentava la metà.

Se l’obiettivo è di arrivare a 800 milioni che è la somma delle popolazioni di Europa e Stati Uniti messe insieme, vi è ancora molto lavoro da fare anche perchè le stime per raggiungere questo ambìto obiettivo prevedono una crescita del pil con una media del 5% per ogni anno nei prossimi quindici anni correlata alla medesima crescita media del reddito.

Ne è da dimenticare che 600 milioni di persone percepiscono un reddito mensile di 120 euro anche se gli sforzi e gli interventi del Governo centrale per ridurre il livello di povertà hanno conseguito risultati rilevanti (sono rimaste solo 832 contee con la povertà ancora da sradicare. L’abbattimento della soglia della povertà è il primo obiettivo in una visione macroeconomica della Cina e l’elevamento della soglia minima correlato alla possibilità di spesa e quindi di consumo è ancora all'inizio.

Daltronde  se il modello della “ dual circulation “ trova le sue fondamenta nel consumo domestico ne deriva, come ha dichiarato il vice premier Liu He  in un’ intervista rilasciata qualche settimana fa  su People Daily, che “ l’espansione reddittuale ha un ruolo fondamentale nella creazione di un forte mercato domestico e per la Cina corre l’obbligo di espandere i redditi medi alfine di perseguire l’obiettivo che la crescita procapite debba aumentare più velocemente di quella generale del Paese”.

Come si concilia questo percorso per incrementare la platea della classe media dei consumatori con i dati recentemente pubblicati dalla società di consulenza Bain riguardo ai risultati di quest’anno, seppur pandemico, nel mercato del lusso?

In primo luogo, come è stato spesso rilevato, durante il corso di questo anno, sono venuti a mancare  i cento milioni di turisti cinesi che con l’occasione del viaggio all’estero, acquistavano beni di lusso e ora sono attratti dallo shopping domestico online e offline. Hong Kong in primis ne è stata la palese testimonianza. 

In secondo luogo, come in tutte le economie occidentali e la Cina, pur mantenendo il modello di capitalismo politico non ne è esente, il mercato immobiliare e quello mobiliare sono stati le leve  che hanno permesso il manifestarsi degli acquisti nelle loro forme molteplici come per esempio in questa fase la ripresa del mercato dell’auto.

Il mercato immobiliare, in particolare, è satto quello con la crescita maggiore.I È ripartito due anni fa  ed oggi è il tretatreesimo mese di crescita in tutta la Cina non solo a Shanghai, Shenzhen, Canton ma anche in città di seconda e terza fascia.Il rilevamento, sempre di NBS, conferma un andamento  in 70 città con un aumento medio del 4% rispetto allo stesso mese di novembre del 2019.

I prezzi di un immobile  sono lievitati e a Shanghai per acquistare un’unità immobiliare individuale (nella categoria catastale italiana una villa A2) si parla normalmente per quartieri residenziali di una cifra variabile tra uno o due milioni di euro.

In questi giorni, se si passa di fronte agli uffici delegati al trasferimento della proprietà (non è richiesta in Cina la funzione notariale ) si incontrano file di persone  che corrono a depositare i passaggi di proprietà sia per nuove unità sia per un rinato mercato della seconda mano.

Ma cosa fa muovere questa macchina di produzione di reddito? A Shanghai, nella imponente opera  di rinnovamento della città con aste miliardarie  per i develope, ovvero le grandi società di costruzioni, vengono corrisposti indennizi o ristori ai nuclei familiari che vi abitano e ai residenti prima della demolizione delle vecchie costruzioni. Il terreno infatti, rimane di proprietà della municipalità o dello  Stato e la propreità ha una durata di cinquant’anni e da qualche anno trasferibile agli eredi.

Prima dell’edizione dell’ Expo del 2010 le cifre di indennizzo non erano elevate e molti scieglievano di accettare uno o due appartementi in zone distanti dalla città, poi quelle zone hanno acquistato valore  e i proprietari hanno venduto ottenendo plusvalenze esorbitanti.

Oggi invece l’indennizzo è elevato e molte famiglie acquistano appartamenti di metrature inferiori e la differenza la impegnano nell’acquisto di un'auto nuova. In questi giorni la Tesla 3 è venduta a circa 32 mila euro, inclusiva della targa verde, della tassazione e della ricarica della batteria per un anno.

Questa liquidità ondivaga permette di acquistare anche i beni di lusso e quindi la media iniziale per il calcolo secondo la NBS risente di variazioni positive non computate nelle entrate familiari.

Ne è la naturale conseguenza che anche nel 2021 quanto stimato dalle società di consulenza trovi facilmente conferma. Il 2021, anno del bue, animale solitamente propiziatorio di solidità reddittuale, potrebbe essere l’immagine autoreferenziale.

*managing director a Shanghai di Savino Del Bene, azienda di trasporti internazionali e logistica. Vive e lavora in Cina da oltre 25 anni



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