Anche la task force Cina potrebbe trasmigrare dal Ministero dello Sviluppo economico a quello degli Esteri, insieme alle competenze sul commercio internazionale e ai relativi fondi per lapromozione. Il provvedimento che ha l'obbiettivo di rafforzare le già buone relazioni bilaterali, anche sul tema della cooperazione nei progetto legati alla Nuova Via della Seta, è rafforzato dal prossimo arrivo alla Farnesina, la sede del Ministero degli Esteri italiano, di Etrtore Sequi, attuale ambasciatore a Pechino, come cao di gabinetto del neo ministro Luigi Di Maio.
La task force era stata una creazione dell’ex sottosegretario all’Internazionalizzazione Michele Geraci, decaduto insieme a tutto il governo, lo scorso agosto. L’idea di Geraci era di istituire un meccanismo operativo di lavoro, cooperazione e dialogo tra governo, associazioni di categoria e società civile, volto all’elaborazione di una nuova strategia nazionale di sistema, destinata a rafforzare le relazioni economiche e commerciali con la Cina.
Al momento ci sono state due sessioni plenarie e alcune riunioni ristrette, legate in particolare alla strategia infrastrutturale italiana e riempire di contenuti il memorandum d’intesa per l’adesione dell’Italia alla nuova Via della Seta siglato lo scorso marzo
Tra gli obiettivi del meccanismo ci sono il rafforzamento dei rapporti tra i due Paesi in materia di commercio, finanza, investimenti, ricerca e sviluppo, cooperazione in Paesi terzi.
In particolare nella visione del passato governo occorre favorire gli investimenti cinesi di natura greenfield. Dei 25 miliardi di dollari entrati in Italia negli ultimi 10 anni, neanche 200 milioni sono stati investiti in attività greenfield, contro i 6 miliardi investiti in progetti greenfield nel Regno Unito, 1,4 in Germania e addirittura 2,2 in Grecia e 1,8 in Ungheria, col conseguente limitato impatto per l’Italia in termini di valore aggiunto, trasferimento di know-how tecnologico e livelli occupazionali.
Secondo quanto trapela, già nel prossimo consiglio dei ministri il governo intende portare i decreti per il riassetto dei ministeri. Oltre al trasferimento del commercio internazionale, infatti, ci sarà il ritorno del Turismo sotto il ministero dei Beni culturali dopo il breve passaggio alle Politiche agricole, voluto dalla Lega. Alla Farnesina andrebbe la competenza sulla promozione del made in Italy e dell’export, motore dell’economia italiana negli anni della crisi. In capo al Mise resterà invece la gestione degli incentivi come i voucher per gli export manager e il credito d’imposta per la partecipazione alle fiere.
Il progetto, già abbozzato quando alla Farnesina era ministro Enzo Moavero Milanesi, è stato sposato da Luigi Di Maio, passato con il nuovo governo dallo Sviluppo economico alla guida dei diplomatici.
«Durante il mio mandato da ministro dello Sviluppo economico ho voluto fortemente che l’Italia aderisse alla Via della Seta, una nuova, grande occasione per le nostre imprese», ha spiegato Di Maio motivando la scelta. «È stato solo uno dei tanti progetti a cui ha lavorato l’ambasciatore Ettore Sequi, durante la sua lunga carriera. E per me sarà un onore averlo come capo di gabinetto alla Farnesina».
Per Sequi è un ritorno alla Farnesina, dove è stato già capo gabinetto di Paolo Gentiloni, nel 2014, e ha ricevuto, nel 2015, il grado di ambasciatore. Sardo, classe 1956, ha preso incarico a Pechino nell’agosto 2015 e si è distinto, a giudizio unanime, nel promuovere efficacemente le relazioni economiche bilaterali, con grandi ma anche piccole e medie imprese, oltre alle importanti, e apprezzate dai cinesi, visite di stato di due presidenti del consiglio, Renzi e Gentiloni, e del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Già rappresentante speciale in Afghanistan e Pakistan, prima d’Italia e poi dell’Unione Europea, è laureato in scienze politiche all’università di Cagliari con specializzazione in islamologia e negoziati multilaterali.