Come ampiamente atteso dagli analisti, le banche cinesi hanno abbassato i tassi di riferimento del credito alle imprese per stimolare la ripresa dell'economia e i consumi in seguito al rallentamento degli indicatori macroeconomici nel mese di luglio. La sorpresa è, invece, nel fatto che si è trattato di un intervento molto limitato.
L'Lpr a un anno, tasso di riferimento per i prestiti basato sul mercato, è stato abbassato di 10 punti base al 3,45% dal 3,55%, mentre quello a cinque anni è rimasto invariato al 4,2%. L'Lpr cinese è fissato mensilmente da 18 banche commerciali del Paese. Gli economisti avevano previsto una riduzione di entrambi i tassi di interesse.
La mossa arriva dopo che la Banca centrale cinese ha abbassato il tasso sulle linee di credito a medio termine (medium-term lending facilities) al 2,5% dal 2,65% e il tasso sui pronti contro termine a sette giorni all'1,8% dall'1,9%.
”In modo inatteso la PBoC ha tagliato di soli 10 punti base (meno dei 15 pb) il tasso bancario prime ad un anno e, soprattutto, ha lasciato invariato quello a 5 anni (benchmark per i tassi sui mutui). La mossa è stata letta come un segnale del fatto che la Banca centrale avrebbe un limitato spazio di manovra a disposizione. Non sorprende quindi che, i listini azionari e la valuta domestica siano stati oggetti di vendita", affermano gli analisti di Mps.
"Probabilmente la Cina ha limitato l'entità e la portata dei tagli dei tassi perché è preoccupata per le pressioni al ribasso sullo yuan", afferma Masayuki Kichikawa, chief macro strategist di Sumitomo Mitsui DS Asset Management. "Le autorità cinesi hanno a cuore la stabilità del mercato valutario".
La People's Bank of China ha delineato un nuovo piano per stabilizzare le aspettative del mercato e contenere le fluttuazioni significative del tasso di cambio, nel tentativo di mantenere lo yuan su un livello ragionevole ed equilibrato.
Nel report sulla politica monetaria del secondo trimestre pubblicato la scorsa settimana, la PBoC ha puntualizzato che il suo approccio prevede azioni di politica monetaria mirate ed efficaci per sostenere il rilancio dell'economia reale.
Utilizzando strumenti monetari che riguardano sia la quantità che la struttura, la Banca mira a gestire la liquidità in modo adeguato e prudente. L'obiettivo è garantire che la crescita dell'offerta di moneta e del finanziamento aggregato si allinei in generale alla crescita del Pil nominale.
Le riforme dei tassi di interesse orientate al mercato continueranno ad essere approfondite, con l'obiettivo di ridurre i costi di finanziamento per le imprese e i residenti. Riconoscendo i cambiamenti nelle dinamiche di domanda e offerta del mercato immobiliare, la Banca centrale ottimizzerà anche le politiche associate a tale settore.
"A luglio gli indicatori dell'attività economica si sono ulteriormente indeboliti in tutti i settori. Ciò significa che la decelerazione sequenziale si è estesa al terzo trimestre del 2023, richiedendo sforzi congiunti e interventi più rapidi. Sebbene alcuni indicatori stiano iniziando a muoversi, agosto sarà un altro mese debole. Ciò eserciterà una pressione sulle previsioni del Pil per il terzo trimestre", ha commentato Carlos Casanova, Senior Economist, Asia di Ubp.
"Riteniamo che l'obiettivo di crescita del 5% per il 2023 rimanga a portata di mano, ma il peso si sposterà ora al 2024, poiché le autorità devono garantire che l'economia possa crescere in un intervallo ragionevole. Le autorità non devono perdere di vista l'obiettivo comune di prosperità, che punta a far diventare la Cina un Paese mediamente sviluppato entro il 2035", ha concluso l'analista. (riproduzione riservata)