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Politica

Macro Cina, consumi e produzione industriale deboli in agosto

I consumi sono stati frenati dai lockdown a macchia di leopardo decisi dal governo per evitare la diffusione della variante Delta del coronavirus. Deboli anche i consumi di elettricità. Gli analisti prevedono un possibile taglio del tasso di interesse primario e del coefficiente di riserva delle banche commerciali


15/09/2021 10:25

di Alberto Chimenti - Class Editori

settimanale
Yi Gang, governatore della People Bank of China

Dopo i numeri sorprendenti sull'aumento dei flussi commerciali, export e import, in Cina in agosto, i dati diffusi oggi dall'Ufficio nazionale di Statistica sull'andamento dei consumi e della produzione nell'ex Celeste Impero segnalano maggior cautela nell'analisi del ciclo economico.

Le vendite al dettaglio sono, infatti, cresciute del 2,5% in agosto, su base annua, in rallentamento rispetto all'incremento dell'8,5% di luglio, mentre gli analisti si aspettavano un aumento del 6,3%. La ragione principale sembra essere quella delle rigorose misure di controllo implementate da Pechino per arginare la diffusione nel paese della variante Delta del coronavirus.

Anche la produzione industriale ha rallentato, ma molto meno dei consumi: la crescita in agosto si è attestata al 5,3% a livello annuale, rispetto alla crescita del 6,4% registrato in luglio, e appena al di dotto della stima degli analisti, 5,3%.

«Dobbiamo essere consapevoli che il contesto internazionale è ancora complicato e grave e che all'interno si registrano ancora sporadici focolai di Covid-19, oltre a disastri naturali come le alluvioni che hanno avuto un impatto sull'economia», ha commentato il portavoce dell'Ufficio statistico, Fu Linghui.

La Cina ha posto per quest'anno come obiettivo una disoccupazione al 5,5 per cento e la creazione di 11 milioni di nuovi posti di lavoro nelle città.

Nel secondo trimestre del 2021 il Pil cinese è cresciuto del 7,9 per cento su base annua, mentre la crescita del primo semestre è stata del 12,7 per cento.

A rallentare la corsa alla ripresa cinese, secondo gli esperti, è in particolare la diffusione della variante Delta del Covid-19, che ha provocato diversi focolai infettivi e ha costretto a un rallentamento delle attività nel settore della ristorazione e dell'entertainment, oltre al turismo.

Anche luglio era stato un mese di attività sorprendentemente debole, per cui si stanno rafforzando i rumor di mercato su un imminente intervento della banca centrale sui tassi di interesse, che potrebbe riguardare sia un taglio di 5 punti base del Loan Prime Rate prima della fine dell'anno, sia un taglio dell'Rrr, il coefficiente di riserva obbligatoria che la stessa banca centrale impone alle banche commerciali a fronte dei loro impieghi, consentendo loro di dare maggiore ossigeno all'economia.

Un altro dato che preoccupa gli analisti è quello della contrazione della crescita dei consumi di elettricità nel mese di agosto. Potrebbe indicare che i rischi per l'economia del Paese potrebbero essere significativamente sottostimati, avverte Nomura, una delle primarie banche d'affari giapponesi.

Il consumo di elettricità è aumentato del 3,6% su base annuale ad agosto, rispetto all'incremento del 12,8% del mese precedente. Il rallentamento è stato principalmente causato dal settore terziario per via delle rigorose misure del Governo per controllare i focolai della variante Delta. 

«I maggiori ostacoli alla crescita includono possibili ondate ricorrenti di varianti Delta, esportazioni più lente e la campagna per ridurre le emissioni di carbonio, fattori che stanno pesando sulle prospettive del secondo semestre e della primavera del 2022», concludono da Nomura. (riproduzione riservata)


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