«La Cina non sta facendo concorrenza all'Europa nel comprare gas naturale e quello che temevamo, ovvero di avere la Cina in competizione con i Paesi europei sul gas, per ora non si sta verificando. Il dollaro, poi, è intorno alla parità con l'euro, questa è una buona notizia quando compriamo materie prime che vengono quasi sempre pagate in dollari. Credo che l'Italia abbia oggi meno rischi rispetto al passato».
Lo ha detto Gregorio De Felice, Chief Economist di Intesa Sanpaolo, nel corso della Conferenza 'Il mondo nel 2023: sarà quiete dopo le tempeste? Scenari per le imprese, tra rischi e opportunità, promossa da Ispi, Assolombarda e Sace.
«Il quadro è meno cupo rispetto a un paio di mesi fa perché c'è un forte calo dei prezzi delle materie prime, dal gas al grano. Il gas naturale è ora a 57 euro per megawattora», ha insistito De Felice, spiegando che «l'Italia ha ridotto del 60% l'importazione di gas russo, che era pari al 40% prima della guerra e oggi è pari all'8,6% delle importazioni totali di gas. Le scorte stanno tenendo, siamo all'80%. Lo scenario è complessivamente migliore».
Meno ottimista è apparso Paolo Magri, vicepresidente esecutivo di Ispi. «Sarà ancora una tempesta nel 2023, sarà ancora più dura. La buona notizia è che il peggioramento del Covid, la guerra in Ucraina che potrebbe diventare globale e la guerra fredda con la Cina che potrebbe diventare calda non hanno probabilità di verificarsi. La cattiva notizia è però che queste crisi non finiranno. Nelle due guerre, quella in Ucraina, e la guerra fredda tra Usa e Cina, forse vedremo il peggio nel 2023».