Meglio del consenso la crescita cinese. Nel primo trimestre il pil è cresciuto del 6,4%. Se è vero che l'espansione economica è ai minimi da un quarto di secolo, è pur vero che il dato ha battuto le attese e le previsioni di crescita al 6,3%. Il dato sta inoltre perfettamente all'interno della forchetta tra il 6% e il 6,5% fissata dal governo come obiettivo per l'intero anno. La migliore performance è dovuta al massiccio programma di stimolo annunciato a inizio anno dal governo di Pechino, pari a 5.800 miliardi di yuan (865 miliardi di dollari), oltre il pil annuale della Svizzera, ha calcolato oggi Reuters. In ogni caso anche secondo le previsioni ufficiali , nel 2019 la seconda economia al mondo crescerà meno del 6,6% fatto registrare lo scorso anno, confermando un rallentamento iniziato già dal 2007 e dovuto in parte al mutamento del modello di sviluppo.
"Ritengo che l'impatto delle politiche stia facendo effetto", ha spiegato all'emittente statunitense Cnbc il capo economista per la Cina di Ubs Wealth Management, Hu Yifan. Per l'analista, in futuro non sono da escludere neppure ulteriori interventi delle autorità, anche perché le incertezze legate alla guerra commerciale con gli Stati Uniti non si sono ancora diradate.
Dall'inizio dell'anno la People's bank of China è intervenuta tagliando i coefficienti di riserva degli istituti, per favorire l'accesso al credito delle imprese cinesi. Pechino ha inoltre varato una serie di incentivi per favorire i consumi e misure per favorire l'emissione di bond da parte delle amministrazioni locali così da rilanciare progetti infrastrutturali.
In occasione dell'ultima plenaria dell’Assemblea nazionale del popolo dello scorso marzo è stato riaffermato un piano di espansione monetaria quasi continuo e sono stati varati nuovi tagli alle imposte sulle imprese. Inoltre, le banche controllate dallo Stato hanno ricevuto un target di crescita per gli impieghi alle piccole imprese del 30%.
La crescita del primo trimestre è stata sostenuta da un forte salto nella produzione industriale, salita dell'8,5% a marzo rispetto a un anno prima, il ritmo più veloce in oltre 4 anni e mezzo. La lettura ha battuto le stime degli analisti del 5,9%.
Hanno mostra un buon recupero anche i materiali da costruzione come acciaio e cemento. La Cina prevede ora che la produzione industriale probabilmente si manterrà ad una crescita costante, mentre le esportazioni dovrebbero continuare ad espandersi. Ma la ripresa sarà più lenta del passato, hanno avvertito gli economisti asiatici.
Il diavolo si sa è però nei dettagli. Il consumo di energia elettrica da parte delle imprese registra un calo dell'1%. Anche guardando alla scomposizione del pil si nota un declino del primario e del terziario, mentre è il secondario a tenere su la crescita sui livelli di dicembre. Si registra inoltre un aumento delle importazioni dal Vietnam, da Taiwan. Mentre sul fronte dell'export cresce l'Australia.