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Politica

Più robot al lavoro ma meno consumi, sarà la Cina del futuro?

Il calo demografico che l'anno scorso ha portato all'11,5% di minori nascite rispetto al 2020, mentre la popolazione attiva è scesa al 62,5%, preoccupa il governo, perché, secondo gli analisti, si tratta di una decrescita irreversibile. Le conseguenze sociali potrebbero essere molto rilevanti, non solo sull'economia


25/01/2022 11:10

di Marco Leporati*

settimanale
La curva della popolazione cinese

Nell’anno appena terminato in Cina sono nati 6,2 milioni di bambini, l’11.5% in meno rispetto al 2020 e, al netto dei decessi, vi è stato un incremento di sole 480.000 unità mentre gli over sessanta si stanno espandendo: 267.360 unità rispetto a 264.002 del 2020 ovvero il 18.9% della popolazione totale.

Mai come ora il livello delle nascite è progressivamente in calo ed i dati a consuntivo del 2021 hanno attivato segnali di preoccupazione per la crescita cinese. Infatti, la forza attiva registrata tra i 16 e i 59 anni è stata di "soli" 889 milioni pari al 62.5 % della popolazione  Senza risorse umane nella doppia valenza di creatori di reddito e di consumatori il Dragone non  riesce a garantirsi le condizioni dello sviluppo.

L’aggravante è che gli esperti considerano questa decrescita come irreversibile e negativa anche rispetto al fatto che dagli anni cinquanta lo strumento del Piano quinquennale in Cina è sempre stato considerato, a torto o a ragione, timone e faro per lo sviluppo economico e sociale, e uno degli elementi fondativi del Piano è il livello demografico.

Vale come esempio quanto viene riportato da uno dei protagonisti  nel romanzo "Le rane", pluripremiato, dello scrittore cinese MoYan, che affrontava il problema demografico negli anni sessanta : “Il presidente Mao ha detto: “ Più siamo numerosi, più siamo forti, più siamo e meglio si lavora, il popolo è prezioso..."(pag 72).

A questo punto vale la pena di chiedersi quale potrebbe esserne la causa principale nonostante che, qualche anno fa, nei grandi centri aggregati urbani il vincolo della politica del figlio unico sia stata rimossa aprendo così la possibilità di incrementare la natalità.

"La pietà filiale si basa su tre punti: onorare i genitori, evitare loro il disonore, nutrirli convenientemente... Quando tutti nel paese dicono: Beati quei genitori che hanno avuto un simile figlio! Ciò è assolvere correttamente ai doveri della pietà filiale”.

Questi concetti millenari di Confucio hanno perso valore. La ragione principale è che nel corso degli ultimi dieci anni l’inurbamento delle nuove generazioni dovuto allo studio o al lavoro ha disarticolato la struttura della famiglia.

Un collega cinese faceva notare come la generazione premillenial, quella del figlio unico, si portava come dote un’attenzione di sei persone: i genitori ed i rispettivi suoceri i quali davano tutto per il figlio o il nipote anche se i redditi non erano a quel tempo elevati.

Da un punto di vista psicologico la suddetta disarticolazione ha provocato da un lato un senso di smarrimento ma dall’altro la voglia, stimolata anche dalle condizioni economiche dei giovani, di affrancarsi e di tentare nuovi percorsi.

Senza i genitori che si prendono cura dei nipoti diventa difficile la gestione della famiglia ed anche il famoso detto “ volere ma non posso” si è amplificato in questo ultimo periodo.

L'inurbamento ha provocato il distanziamento familiare: ancorchè ve ne sia la possibilità i genitori stentano ad abituarsi alle regole delle città, ne soffrono e le vivono come uno sradicamento talvolta non ricompensato dai comportamenti dei figli anche perchè il tasso di divorzi e separazioni è molto elevato per la semplicità procedurale di sciogliere il matrimonio, alla quale una legge in vigore da quest’anno ha posto alcune limitazioni.

Dallo scorso anno la riorganizzazione dell’orario scolastico ed il divieto di utilizzare strutture educative sostitutive che potevano colmare il tempo dei bambini e dei ragazzi tenendoli impegnati, ha complicato la gestione dei figli senza “nonni" da un lato, dall’altro lato l’emancipazione fenmminile ha portato a una indipendenza economica che è diventata anche leva per i consumi.

In una recente survey che aveva quale campione rappresentativo una popolazione urbana tra i 18 e i 26 anni, la famosa Generazione Z, il 43,9% era rappresentato da donne che hanno espresso l’intenzione di non sposarsi nè di garantire che ciò potrà avvenire in futuro.

L’altra condizione è quella relativa il reddito: oggi i figli costano e pensare oltre al figlio unico significa incidere sulle entrate mensili per diversificarle su istruzione e gestione del tempo libero.

Questo aspetto sociale è molto importante e il Governo centrale si sta ponendo il problema di cosa avverrà nell’arco di una ventina di anni, valutando la forza lavoro che forse potrebbe essere sostituita da robot e dall’AI e i consumi che verrebbero meno, in particolare la domanda di nuove abitazioni.

Il flusso dell’acquisto immobiliare è stata una leva di primaria importanza nell’economia cinese. Se anche questo settore dovesse normalizzarsi dopo il caso Evergrande non potrebbe garantire una spinta sufficiente alla crescitra. Nel recente passato le coppie giovani hanno avuto sempre come priorità una casa propria comprata dai genitori, il cui finanziamento è stato poi completato con l’accensione di un mutuo.

In questi giorni il costo del danaro in Cina è diminuito ma pochi sono attratti dalle compravendite immobiliari.

In un Paese dove sta avanzando anche tra i giovani il sentimento nazionale e da parte dei genitori e del Governo giungono imput per sposarsi e procreare, sono in molti a rifiutare queste imposizioni: per quanto riguarda la propria vita ci si fa scudo dietro una autodeterminazione individuale, magari accompagnata dalla ricerca di una vita semplice e dal concetto del “vivere per se stessi “.

Questa situazione fa emergere una reazione individuale: quando viene travalicata da parte del potere centrale la sfera individuale, la visione comune di intenti si indebolisce in proporzione. Shen Jiake, una popolare scrittrice e commentatrice sostiene che “per l’incremento demografico è necessario che le giovani donne percepiscano che la qualità della vita e i loro diritti migliorino più della situazione presente senza figli”. (riproduzione riservata)

*managing director a Shanghai di Savino Del Bene, azienda di trasporti internazionali e logistica. Vive e lavora in Cina da oltre 25 anni


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