Tra gennaio ed aprile gli investimenti esteri in Cina sono diminuiti di quesi il 30% (27,9%) e alcuni tra i principali economisti cinesi hanno chiesto al governo di aumentare gli sforzi per attirare investimenti stranieri concentrandosi sul suo ruolo nella catena di approvvigionamento asiatica.
«È proprio a causa di questa tendenza alla regionalizzazione globale che sappiamo che ogni centro regionale potrebbe gradualmente rafforzarsi», ha spiegato Liu Qing, vicedirettore dell'Accademia nazionale di sviluppo e strategia presso l'Università Renmin al Forum annuale sull'economia macroeconomica della Cina promosso dalla stessa università. «Ciò che attira le persone in Cina è che possiamo ulteriormente rafforzare la catena industriale asiatica». L'università Renmin di Pechino, fondata nel 1950, è stata la prima business school in Cina a offrire un Mba allineato agli standard internazionali.
Gli investimenti diretti esteri in Cina sono diminuiti del 27,9% su base annua, raggiungendo 360,2 miliardi di yuan (45,7 miliardi di euro) da gennaio ad aprile, ha riferito il Ministero del Commercio nei giorni scorsi.
«Un nuovo ciclo di grandi spostamenti industriali globali è probabile che si verifichi nel prossimo decennio», ha detto Liu Qing, che è intervenuto insieme ad altri sei economisti. «Possiamo prevederlo dalle leggi storiche dei grandi spostamenti industriali globali emerse dalle precedenti rivoluzioni tecnologiche».
Porta d'ingresso degli investimenti esteri potrebbe essere Hong Kong, con la sua peculiare storia e con il suo status di semi-autonomia. «Hong Kong è l'unica città in Cina che ha questo vantaggio», ha detto Mao Zhenhua, co-direttore dell'Istituto di ricerca economica alla Renmin.
Il sistema di common law di Hong Kong, simile a quello del Regno Unito, potrebbe anche aiutare la Cina continentale ad attrarre facilmente capitali internazionali, ha affermato l'economista. «Hong Kong - ha continuato - dovrebbe dare enfasi al suo status a lungo termine come hub di transito dei capitali per la Cina continentale e rafforzare la sua capacità di arbitrato internazionale».
La maggior parte degli investimenti offshore della Cina continentale proviene da Hong Kong, con la cifra che è salita al 72,56% nel 2022, rispetto al 49,3% dell'anno precedente. (riproduzione riservata)