Ci sono lezioni che l’esperienza delle aziende cinesi, le prime a confrontarsi con il coronavirus, possono offrire a quelle europee e italiane in particolare? BCG pensa di sì e in un’analisi, presentata in questi giorni e firmata fra gli altri dal capo-economista Philipp Carllson-Szleak, ne ha raccolte alcune, definendo un catalogo di sette «lezioni apprese» che possono essere utili in queste ore.
1. Guardate avanti e ridefinite costantemente i vostri sforzi. Le crisi seguono un percorso imprevidibile: l’incertezza iniziale lascia il posto alla scoperta, poi alla pianificazione, alla strategia di recupero e infine all’apprendimento. Questo processo deve essere veloce e guidato dal ceo per evitare di rimanere bloccati nelle pastoie della burocrazia interna. In Cina alcune delle aziende che hanno recuperato più velocemente hanno guardato avanti e anticipato tali cambiamenti. Master Kong (bevande istantanee) ha rivisto le dinamiche su base giornaliera e ha ridefinito le priorità. Ha anticipato l’accaparramento e lo stock-out, spostando l’attenzione dai canali offline e della grande distribuzione all’O2O (online-to-offline), all’e-commerce e ai negozi più piccoli. La sua supply chain si è ripresa del 50% poche settimane dopo l’epidemia ed è stata in grado di rifornire il 60% dei punti vendita riaperti in questo periodo (il triplo rispetto ad alcuni concorrenti).
2. Create in modo proattivo chiarezza e sicurezza per i dipendenti. In una crisi la confusione è aggravata da una pletora di informazioni e fake news. I dipendenti non potranno adottare nuovi modi di lavorare se non dispongono di elementi chiari e di una direzione generale. Alcune aziende hanno creato una guida e un supporto proattivo per i dipendenti. Supor (utensili da cucina) ha istituito linee guida e procedure operative molto specifiche per i dipendenti: dalle istruzioni per limitare l’esposizione durante i pasti ai piani di emergenza per ogni situazione anomala. Cosmo Lady (intimo e lingerie) ha avviato un programma per aumentare le vendite attraverso WeChat arruolando i dipendenti come testimonial sui canali e-commerce.
3. Riassegnate la funzioni. Nelle aziende più colpite, come i ristoranti, i dipendenti non sono stati in grado di svolgere le tradizionali attività. Piuttosto che licenziare alcune imprese hanno riassegnato i dipendenti a nuove funzioni o li hanno «prestati» temporaneamente ad altre aziende. In risposta a un forte calo delle entrate più di 40 ristoranti, hotel e catene di cinema hanno liberato gran parte della forza lavoro. Lin Qingxuan (cosmetici), costretta a chiudere il 40% dei negozi, ha trasformato in influencer online oltre 100 consulenti di bellezza dei negozi in Ambassador. Le vendite sono cresciute del 200% rispetto a 12 mesi prima.
4. Cercate opportunità in mezzo alle avversità. Mentre la crisi in Cina ha avuto un pesante impatto sui settori tradizionali, la domanda è aumentata in alcune aree specifiche, tra cui le piattaforme online di insegnamento. Ne ha approfittato Kuaishou, piattaforma video del valore di 28 miliardi di dollari, che ha promosso offerte di formazione online per compensare la chiusura di scuole e università. L’azienda ha collaborato con il ministero dell’Istruzione per aprire un’aula nazionale online cloud e fornire prodotti specifici agli studenti.
5. Identificate nuovi bisogni. Oltre a riequilibrare il portafoglio prodotti, le nuove esigenze dei clienti creano interessanti opportunità di innovazione. Quando sono minacciate dalla crisi, molte aziende si concentrano su mosse difensive, ma alcune hanno innovato sfruttando opportunità emergenti. Il settore assicurativo è notoriamente conservatore, ma in risposta alla crisi Ant Financial ha aggiunto una copertura gratuita per i virus. A febbraio la società ha aumentato del 30% del reddito da assicurazione sanitaria rispetto a gennaio.
6. Individuate nuove abitudini di consumo. È probabile che alcuni cambiamenti persistano oltre la crisi e che molti settori riemergano. Alla crisi della Sars (2002) si attribuisce il merito di aver accelerato l’e-commerce in Cina. È presto per dire quali nuove abitudini si manterranno nel medio-lungo periodo, ma non è escluso una crescita dell’istruzione online, una trasformazione nell’erogazione dell’assistenza sanitaria e un aumento dei canali digitali B2B. Alcune aziende cinesi stanno già pianificando questi cambiamenti. Ad esempio, una delle maggiori industrie dolciarie cinesi ha accelerato gli sforzi di trasformazione digitale e ha cancellato del tutto le campagne offline per San Valentino e altre attività promozionali, reinvestendo le risorse nel marketing digitale e nei programmi WeChat.
7. Siate pronti a una ripresa rapida. Solo sei settimane dopo l’emersione dell’epidemia la Cina registra segnali di ripresa. La circolazione di persone e merci sta riprendendo, così come la fiducia. La pianificazione della ripresa deve iniziare mentre ancora si sta reagendo alla crisi. Una delle principali agenzie di viaggi cinesi di fronte al crollo dell’attività a breve termine si è concentrata sulle sfide di lungo periodo. Invece di ridurre l’organico ha incoraggiato i dipendenti a utilizzare il tempo per aggiornare i sistemi interni, migliorare le competenze e progettare nuovi prodotti e servizi per farsi trovare pronti a sfruttare la ripresa. (riproduzione riservata)