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Politica

Si indebolisce lo yuan, a rischio il target di crescita annua del governo

In settembre la crescita del pil del 3,9% ha portato il dato dei nove mesi a un +3%, distante dal 5,5% che Pechino aveva stabilito in marzo come obiettivo per l'economia cinese. Questo fatto ha provocato vendite di asset cinesi sul mercato di Hong Kong provocando una ulteriore svalutazione dello yuan


25/10/2022 10:59

di Alberto Chimenti - Class Editori

settimanale

La vendita, lunedì, di oltre 2,5 miliardi di dollari di azioni cinesi sul listino di Hong Kong ha trascinato al ribasso anche la valuta cinese, che ha superato la soglia dei 7,3 yuan per dollaro negli scambi offshore. L'ondata di vendite degli investitori internazionali, che temono la continuazione della politica zero-Covid, dopo la chiusura del XX° congresso, e quindi delle restrizioni agli spostamenti dentro la Cina e tra Cina e il resto del mondo, è in contro-tendenza agli ultimi dati sull'economia del Dragone.

L'economia cinese è, infatti, cresciuta più del previsto nel terzo trimestre, con il prodotto interno lordo che ha registrato un +3,9% nei tre mesi al 30 settembre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, secondo i dati dell'Ufficio nazionale di statistica cinese, irritualmente diffusi ieri a chiusura del congresso del Partito comunista non il 18 ottobre, come era prassi.

Pechino avrebbe rinviato all'ultimo momento la diffusione dei dati per evitare di dare messaggi contrastanti durante il Congresso del Partito. Il fatto è che il dato del pil è inferiore al tasso di crescita del 4,8% registrato nei primi tre mesi dell'anno, prima che i lockdown colpissero l'economia, anche se segna un miglioramento rispetto all'incremento dello 0,4% su base annua registrato nel secondo trimestre, quando i lockdown nelle principali città, tra cui Shanghai, hanno bloccato le aziende e tenuto milioni di persone chiuse a casa, a volte per settimane e persino mesi.

Di conseguenza il dato del terzo trimestre porta la crescita complessiva per i primi nove mesi del 2022 al 3%, ben al di sotto dell'obiettivo ufficiale per l'intero anno del 5,5% circa, fissato a marzo dai vertici del Governo.

A preoccupare gli analisti e gli investitori è stato anche il dato sulle esportazioni, cresciute ma in ulteriore rallentamento a settembre, a causa dell'indebolimento della domanda globale che ha continuato a pesare su un pilastro fondamentale della seconda economia mondiale.

Nel dettaglio le esportazioni sono aumentate del 5,7% rispetto all'anno scorso, dopo un incremento del 7,1% ad agosto. Il risultato, tuttavia, è stato migliore della crescita del 4% prevista da un sondaggio del Wall Street Journal tra gli economisti.

Le importazioni cinesi a settembre sono poi aumentate solo dello 0,3% rispetto a un anno fa, come ad agosto, ma al di sotto della crescita dell'1% prevista dagli economisti. Il surplus della bilancia commerciale cinese si è comunque attestato a 84,7 miliardi di dollari a settembre, portando il dato di surplus per i nove mesi di quest'anno a ben 645,2 miliardi di dollari.

Nei primi nove mesi dell'anno, le esportazioni cinesi sono cresciute del 12,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, a fronte di un aumento del 13,5% nel periodo gennaio-agosto.

Le importazioni sono invece aumentate del 4,1% su base annua nel periodo gennaio-settembre, rispetto al 4,6% del periodo gennaio-agosto e all'1% previsto dagli economisti. (riproduzione riservata)


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