La lunga estate della stretta regolamentare di Pechino ha mietuto una vittima che ha fatto meno clamore di altre: il sistema dell'istruzione privata. Un settore che in Cina conta 10 milioni di posti di lavoro, garantisce uno stipendio quasi doppio rispetto alla media del Paese ed è stato alimentato, tra 2013 e 2019, da investimenti complessivi per 14,5 miliardi di yuan (quasi 2 miliardi di euro) in digitalizzazione e integrazione con le nuove tecnologie, compresa l'intelligenza artificiale. Il governo di Xi Jinping è stato però categorico: le aziende dell'edutech si starebbero arricchendo alle spalle della povera gente con corsi integrativi intensivi e troppo costosi. Morale: con le nuove normative, tali imprese devono riconvertire il loro business di tutoraggio, eliminando le finalità di lucro, e cessare le attività nei fine settimana e nei giorni festivi. Una sciagura per le società quotate del comparto: un servizio di Cnbc ha sottolineato come le principali aziende cinesi dell'edutech quotate a Wall Street, vale a dire Tal, New Oriental Education, Gaotu Techedu e Zhangmen Education, stiano soffrendo da inizio anno perdite di capitalizzazione nell'ordine del 90%, patendo anche del generale clima negativo per le società del Dragone scambiate sulle borse Usa.
Lo scorso martedì, tuttavia, c'è stato un clamoroso rimbalzo: le quattro aziende hanno visto i rispettivi titoli mettere a segno performance tra 16% e 26%. La ragione? Secondo Cnbc, gli investitori hanno tirato un sospiro di sollievo provvisorio, sperando che «l'instancabile attività legislativa per l'industria tecnologica della Cina sia ormai alla fine e che i regolatori finalmente prenderanno una pausa, consentendo agli investitori di valutare i danni e forse anche di fare un po' di acquisti a buon mercato in azioni che sono state punite in modo troppo severo».
Resta il fatto che il settore nel suo complesso uscirà dal giro di vite imposto da Xi Jinping con le ossa rotte: prima dell'estate i dati pubblici mostravano come le principali società di tutoraggio post-scuola quotate avessero più di 250 mila dipendenti a tempo pieno. Nell'ultimo decennio, stando ai dati della società di consulenza MyCos, l'istruzione elementare e media ha persino superato la finanza come settore preferito dai neo-laureati. Ma a luglio il trend si è invertito e il numero di persone in cerca di lavoro nel comparto è aumentato del 10,4% mese su mese: Zhangmen Education, ad esempio, ha dato a circa 100 dipendenti appena qualche giorno di preavviso prima del licenziamento. Lo stesso lo ha fatto ByteDance, casa madre del social network TikTok, che ha tagliato un gran numero di posizioni nel settore dell'istruzione, dalla scuola materna agli ultimi gradi. (riproduzione riservata)