Il Festival delle Lanterne, il più grande evento sulla cultura cinese mai realizzato, sarà per la prima volta in Italia a FICO Eataly World, trasformando Bologna nella capitale di un inedito incontro culturale tra Italia e Cina. L’evento è in programma da sabato 27 luglio, opening alle 19, ed è organizzato in collaborazione con Open Gate China, che da anni è impegnata per promuovere le relazioni tra Italia e Cina.
Giovedì 1 agosto dalle ore 19 è in programma l’evento di inaugurazione ufficiale, alla presenza delle istituzioni italiane e cinesi. All’appuntamento prenderanno parte le principali Associazioni cinesi da tutta Italia e, dalla Cina, la Chinese People’s Association for Friendship with Foreign Countries (CPAFFC).
«È un’unione tra due Paesi che vedrà come protagoniste oltre 80 sculture e installazioni luminose, opere monumentali capaci di raggiungere anche i venti metri di altezza, maestose e realizzate a mano da artigiani giunti direttamente dalla Cina: lavorate e dipinte a mano sono ispirate da leggende e miti della cultura millenaria della Cina. Le sculture guideranno il visitatore in una città di luci, un viaggio nella Cina imperiale immerso in uno spettacolo dalle proporzioni gigantesche,» hanno spiegato gli organizzatori.
Dopo avere incantato 250mila visitatori in Francia, il Festival delle Lanterne farà immergere gli italiani nell’atmosfera della città imperiale della Via della Seta. Il Festival delle Lanterne affonda le sue radici in una tradizione millenaria, nata nella provincia di Sichuan durante la dinastia Tang (618-907 d.C.), dove si è diffusa nei secoli l’arte della costruzione di grandi lanterne in carta, un’usanza oggi imitata e replicata in tutta la Cina. La fama delle lanterne di Zigong è però unica come la bellezza delle opere e l’abilità degli artigiani locali.
Luo Qiang, il sindaco di Chengdu, capoluogo della Provincia del Sichuan, una delle città più dinamiche del Dragopne, nel sud-ovest della Cina al confine col Tibet, una delle più attive nel dialogo con l’Italia, ha visitato FICO in anteprima con Virginio Merola, sindaco di Bologna, Tiziana Primori, ceo di FICO EAtaly World, Andrea Segré e Alessandro Bonfiglioli, presidente e segretario generale di Fondazione FICO, Marilena Pillati, vicesindaco del Comune di Bologna, Marco Toson, presidente di OpenGate China e il direttore Business Aviation dell’Aeroporto di Bologna.
Il primo anno di apertura di FICo, il più grande parco dedicato al cibo in tutto il mondo, si è concluso il 15 novembre 2018 con 2,4 milioni di visitatori complessivi, leggermete inferiore alle previsioni, che puntavano a un numero compreso tra 2,8 e 3 milioni di visitatori per un fatturato di circa 50 milioni di euro. «Gli stranieri sono stati il 20%, in crescita rispetto al 6-7% iniziale, i bolognesi il 30% e in molti casi tornano dopo la prima volta, mentre lo scontrino medio è di circa 18 euro», ha spiegato Tiziana Primori, che puntaper quest'anno a quota 4 milioni di visitatori e poi raggiungere i 6 milioni entro il quarto anno di vita.
I più assidui visitatori dopo i cinesi, sono stati francesi, russi, tedeschi. «I cinesi sono consumatori attenti e interessati. Sicuramente il piatto italiano più famoso all’estero, dopo la pizza e il Tiramisù, sono gli spaghetti alla bolognese, che in Cina sono a base di soia,» ha spiegato Tiziana Primori, che un anno fa ha stretto un accordo un tour operator cinese per portare 30mila visitatori dalla Cina a Bologna.
Primori da tempo sta coltivando l’opzione di aprire FICO China, più piccolo di quello bolognese ma altrettanto attrattivo. In questo senso ha firmato un accordo preliminare con il fondo di investimento cinese River Side, propedeutico alla realizzazione del rpogetto che, stando allo studio di fattibilità, dovrebbe occupare un'area di circa 5 ettari, la metà di quella che ospita la “casa madre” bolognese.
La location potrebbe essere Nanchino utilizzando il format delle filiere e presentandosi non solo come grande centro commerciale specializzato nel food italiano, ma soprattutto come centro didattico con numerose filiere sull’origine dei prodotti alimentari, dove spiegare i prodotti dell'agroalimentare e dell'enogastronomia italiana dalla nascita nella terra madre fino all'arrivo nel piatto e nel bicchiere.
Secondo le ultime tre rilevazioni condotte da Nomisma sull'indotto generato da FICO, l'ultima delle quali dei primi di novembre, tra i turisti che hanno visitato il Parco circa 600mila persone si sono fermate per visitare la città di Bologna. Complessivamente, secondo Nomisma, il Parco genera un indotto diretto per la città di Bologna di 23,1 milioni. Le 150 aziende che hanno contribuito a realizzare il Parco e le 100 le imprese specializzate nel food di tutta Italia, dalla Sicilia al Trentino, occupano circa 900 dipendenti, che salgono a 3mila con l'indotto.
Fico è la campagna in città, una struttura alla periferia di Bologna che ospita due ettari di campi, 200 animali, oltre 40 fabbriche contadine, 45 punti di ristoro, 6 aule didattiche, 6 grandi giostre educative, un centro congressi, un teatro, un cinema, le botteghe e il mercato., in cui sono occupate stabilmente 900 persone.