A Pechino Salini Impregilo è considerato un caso da manuale della comperazioni sino-italiana in mercati terzi. Il progetto idroelettrico di Gibe III in collaborazione con China Dongfang Electric, sul corso del fiume Omo in Etiopia è stato incluso dalla Commissione nazionale per le riforme e lo sviluppo all'interno delle linee guida per la cooperazione tra aziende cinesi ed estere in altri Paesi. Tale principio è una delle nuove linee di indirizzo della Belt and Road Initiative. Anche il memorandum d'intesa tra Roma e Pechino, siglato lo scorso lo scorso marzo.
Il progetto di Gibe III consiste nella progettazione e nella costruzione della diga in RCC attualmente più alta del mondo e di una centrale all'aperto con 10 turbine Francis con una potenza installata complessiva di 1.870 MW ed una produzione prevista di 6.500 Gwh/anno.
L'opera, si legge nella scheda di presentazione, rappresenta il naturale completamento del più grande complesso integrato sul fiume Gilgel Gibe con i precedenti e distinti impianti idroelettrici di Gibe I (completato e in funzione dal 2004) e Gibe II (in funzione dal 2010). Salini si occuperà delle opere di ingegneria civile, mentre Dongfang Electric fornirà le unità di generazione elettrica e i servizi collegati.
L'impianto accrescerà la produzione di energia nazionale di circa l'85%, rispondendo alla crescente domanda di energia interna e consentendo la realizzazione di reti di distribuzione integrate con i paesi confinanti.
"Con un approccio inclusivo alla cooperazione internazionali, quella in mercati terzi permetterà alla Cina e agli altri Paesi di beneficare dei vantaggi della sviluppo e della promozione del'industria, del miglioramento delle infrastrutture e della vita delle persone", ha spiegato Wu Hongliang, vicedirettore generale del dipartimento per gli investimenti esteri della Commissione per le riforme e lo sviluppo, citato dalla stampa locale.
Pechino intende continuare tale approccio nelle infrastrutture e nell'energia, estendendolo in futuro alla cosiddetta manifattura 4.0, all'economia digitale e alle reti di telecomunicazione 5G", ha aggiunto l'alto funzionario.
Oltre al caso italiano il rapporto cita esempi di collaborazione con piattaforme francesi, australiane, giapponesi, singaporiane e britanniche.