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Azienda Energetico

Snam e soci puntano al raddoppio del gas trasportato dal Tap

La società che gestisce il Trans Adriatic Pipeline ha in programma di far affluire in Italia e, di qui, in Europa, 10 miliardi di metri cubi l’anno a partire dal 2020, ma l'infrastruttura ha le potenzialità per raddoppiare la capacità fino a 20 miliardi. Il gas arriverà dai giacimenti azeri di Shah Deniz attraverso il cosiddetto corridoio Sud Europa


22/08/2019 08:09

di Angela Zoppo - Class Editori

Tap alla prova del raddoppio
Il percorso del Tap

I soci del gasdotto Tap, Trans Adriatic Pipeline, l'infrastruttura che porterà dal 2020 il gas dell'Azerbaijan, paese chiave lungo la nuova Via della Seta, In Italia e da qui in Europa, hanno iniziato a esplorare l’ipotesi di un raddoppio della capacità di trasporto. I soci sono BP, Socar e Snam, ciascuna col 20%, Fluxys (19%), Enagás (16%) e Axpo (5%).

A partire dall'anno prossimo, dai giacimenti azeri di Shah Deniz dovrebbero arrivare in Italia circa 10 miliardi di metri cubi l’anno, attraverso il Tap, che corre lungo il cosiddetto corridoio Sud dell'Europa, ma nelle potenzialità dell’infrastruttura c’è il raddoppio a 20 miliardi di metri cubi, in linea con la domanda attesa di gas in Europa.

Prima di decidere, però, i soci del Tap vogliono capire meglio come risponderà il mercato. Così in piena estate è stato avviato un market test che si concluderà a fine anno per raccogliere l’interesse degli operatori ad accedere alla capacità incrementale a lungo termine dell’infrastruttura.

A questa prima fase ne seguirà una seconda per la raccolta degli impegni vincolanti per i cosiddetti «pacchetti di capacità», che dovrebbe andare avanti fino al secondo trimestre del 2020. Nell’attesa di capire se si andrà al raddoppio, iniziano a circolare le prime stime sul ritorno per gli azionisti. Secondo Enàgas, società energetica spagnola quotata al Nasdaq, se il gasdotto entrerà in attività nel 2020, come da tabella di marcia, già l’anno successivo potrebbe garantire un utile netto di circa 238 milioni di euro.

A questa cifra si arriva partendo dai 38 milioni di euro che Enagas si attende per il suo 16%. Se le previsioni della società spagnola si rivelassero esatte, per Snam significherebbe un contributo di circa 47 milioni di euro al suo utile netto. Per il finanziamento dell’opera è stato ottenuto a fine 2018 un project financing di 3,9 miliardi di euro.

Snam ha inscritto in bilancio un impegno di 275 milioni di euro relativo ai costi complessivi del progetto, inclusi gli oneri finanziari derivanti dall’accordo di finanziamento. Sulla base del project financing, l’impegno di Snam verso Tap potrà progressivamente ridursi per effetto dell’erogazione dei fondi da parte degli istituti finanziatori. (riproduzione riservata)


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