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L'Aiib apre alla cooperazione con le imprese italiane

Il vicepresidente Alexander intende approfondire i legami con le realtà imprenditoriali della penisola. L'istituto multilaterale lanciato da Pechino nel 2015 è considerato il braccio finanziario della Belt&Road Initiative. Per il ministro Tria può avere un ruolo complementare a quello della Asia Development Bank.


18/04/2019 19:19

di Mauro Romano - Class Editori

Jin
Jin Liqun, presidente di Asian Infrastructure Investment bank

La Banca asiatica per gli investimenti in infrastrutture è pronta ad approfondire la collaborazione con le imprese italiane. “L’Aiib è in grado di offrire grandi opportunità alle aziende del Paese e stiamo cercando di lavorare per continuare a offrire queste opportunità anche in futuro”, ha spiegato Danny Alexander, vicepresidente dell’istituto multilaterale lanciato da Pechino nel 2015 e del quale l’Italia detiene il 2,7% del capitale.

D’altronde la collaborazione sino-italiana all’interno dell’Aiib è uno dei punti principali del Memorandum d’intesa per la collaborazione sino-italiana lungo la nuova Via della Seta, siglato lo scorso 23 marzo. A torto o a ragione la banca, certificata con una tripla A da Moody’s, Fitch e S&P,  è infatti considerata assieme al Silk Road Fund uno dei bracci finanziari della Belt & Road Initiative, sebbene l’istituzione intenda affrancarsi da questa immagine e proporsi come alla pari di altre realtà di promozione dello sviluppo come la Banca Mondiale o l’Asian Development Bank.

La mission d'altronde è lo sviluppo sociale ed economico in Asia, con una particolare attenzione verso le infrastrutture sostenibili, i collegamenti transfrontalieri e il coinvolgimento di capitali privati. La Cina è il primo azionista con una quota del 30,9%, seguita da India (8,7%) e Russia (6,8%); fra i Paesi europei oltre all’Italia figurano nel capitale la Germania con una quota del  4,7%, seguita da Francia al 3,5% e dal Regno Unito (3,2%)

Vista dalla penisola l’Aiib, come ha spiegato il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, dopo l’incontro a Roma con Alexander, può "rappresentare un partner multilaterale affidabile, che va ad affiancare l’Asian Development Bank , l’altra grande banca multilaterale che opera nella regione asiatica – con caratteristiche strategiche innovative e complementari”. Tria si è detto  inoltre “un convinto sostenitore del ruolo che questa banca svolge a supporto dello sviluppo nell’area asiatica”.

I contatti tra la banca guidata da Jin Liqun e l’Italia si stanno facendo sempre più frequenti. A fine marzo il sottosegretario allo Sviluppo economico, Michele Geraci, ha incontrato il top manager in occasione del Bo’ao Forum. Nell’occasione l’esponente del governo aveva chiarito che l’Aiib può investire anche in Europa.

Come anticipato da classxhsilkroad.it, al vaglio del board dell’Aiib c’è un progetto di finanziamento per un fondo di private equity da 3 miliardi di dollari potenzialmente destinati a investimenti nelle telecomunicazioni, nell’energia e nei trasporti  anche dei Paesi europei e italiani  in caso di forti legami con l’Asia.


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