La Cina sta pianificando l'emissione di titoli denominati in euro, settimane dopo aver raccolto 4 miliardi di dollari con il collocamento di bond in valuta verde.
È il terzo anno consecutivo in cui la Cina emette obbligazioni sia in dollari che in euro in autunno. Il ministero delle Finanze ha incaricato 12 banche, tra cui istituti di credito cinesi, statunitensi ed europei.
La Cina ha collocato quattro serie di obbligazioni in dollari il mese scorso, attirando una forte domanda da parte degli investitori internazionali, nonostante i dati mostrino che la crescita economica di Pechino è rallentata al 4,9% su base annua nel terzo trimestre dal 7,9% dei tre mesi precedenti.
Moody's Investors Service ha assegnato ai bond cinesi in euro che stanno per essere collocati un rating A1, citando la capacità delle istituzioni cinesi e delle politiche governative di contribuire a mitigare i rischi di credito derivanti dall'aumento del debito pubblico.
Per Moody's è improbabile che la volatilità del mercato immobiliare rappresenti una minaccia sistemica, ma potrebbe ridurre le entrate per i Governi regionali e locali e fare pressione sulle banche più piccole, se prolungata. S&P Global Ratings ha assegnato alle obbligazioni in euro una raccomandazione A-plus.
A novembre 2019 Pechino si era riproposto con bond sovrani denominati in euro trascorsi 15 anni dalla precedente emissione. L’ultima volta l’Unione europea non era stata ancora attraversata né dalla crisi finanziaria del 2008 né da quella del debito del 2011. L’operazione aveva come intento quello di beneficiare dei bassi costi di indebitamento nella moneta unica, grazie alla politica monetaria accomodante della Banca centrale europea.
Prima di allora l’ultimo collocamento sovrano cinese in euro (e in dollari) risaliva al 2004. Si trattò di due tranche a cinque e dieci anni per complessivi 1,7 miliardi. Da allora Pechino ha ritenuto di andare sul mercato in yuan per favorire il processo di internazionalizzazione della propria divisa. (riproduzione riservata)