Mossa a sorpresa di UniCredit in Estremo Oriente. Andrea Orcel, ceo del secondo gruppo bancario italiano, ha deciso di dare un drastico taglio alla presenza in Cina, dove è attiva a Pechino, Shanghai, con una full branch, e a Hong Kong e in altri paesi dell'Estremo Oriente e dell'area Pacifico.
«Non assicureremo più servizi bancari e conti correnti nella regione Asia Pacifico ai clienti», ha confermato la banca a Reuters che ieri aveva raccolto indiscrezioni dal personale della banca in Cina, che lunedì aveva ricevuto comunicazioni in merito.
La banca dovrebbe chiudere anche le sedi di Singapore e Tokyo; potrebbe invece restare operativa, ma solo come sede di rappresentanza la sede di Hong Kong e quella di Pechino, secondo fonti interne alla banca, che hanno ricevuto la notizia dello smantellamento dell'attività.
L'attività e i legami con quella parte del mondo continuerà ad essere gestita attraverso banche corrispondenti, con l'obiettivo di un forte taglio dei costi. In particolare continueranno ad essere assicurati i servizi di corporate banking e di cambio per i clienti europei del gruppo, che sono soprattutto tedeschi e grandi imprese, ereditati dalla banca al tempo della fusione con la Hvb di Monaco.
Anche i clienti istituzionali, in particolare i fondi di investimenti, continueranno ad essere assistiti attraverso l'ufficio di Hong Kong, che comunque sarà ridimensionato.
Secondo le stesse fonti interne riprese da Reuters, anche gli uffici di rappresentanza in Corea, Vietnam e India, a Mumbai, verranno chiusi.
Le mosse che riguardano i centri asiatici fanno parte della strategia presentata da Orcel il 9 dicembre scorso, volta a a semplificare le attività per ridurre i costi, concentrandosi sui business che massimizzano i rendimenti in relazione alla quantità di capitale che assorbono. Orcel si è impegnato a premiare gli azionisti con 16 miliardi di euro (18 miliardi di dollari) in dividendi e riacquisti entro il 2024.
Per compensare in parte gli investimenti necessari a un aggiornamento digitale, UniCredit sta tagliando il personale negli uffici centrali e negli hub internazionali, risparmiando invece la propria rete di filiali, pesantemente colpita dalle ristrutturazioni passate. Unica banca italiana ritenuta di rilevanza sistemica globale dai regolatori, UniCredit possiede attività anche in Germania, Austria ed Europa centrale e orientale.
Proprio ieri, tra l'altro, la banca ha festeggiato il primo posto in Italia e il secondo al mondo nella classifica 2022 di Corporate Knights sulle aziende più sostenibili. La posizione generale della banca nel Corporate Knights' Global 100 Index per il 2022 è 59.
«Il nostro obiettivo è far sì che le nostre azioni siano in linea con i nostri principi, non solo essendo di esempio nel modo in cui gestiamo il nostro business, ma anche supportando i nostri clienti e le comunità in cui siamo presenti attraverso le varie fasi della loro transizione. Per questo dobbiamo trovare un giusto equilibrio tra azioni ambientali incisive e l'impatto sociale che esse possono avere, seguendo un percorso che consenta di realizzare, nel minor tempo possibile, la società sostenibile che stiamo cercando di costruire per tutti», aveva commentato Orcel. (riproduzione riservata)