Alibaba, la più quotata e conosciuta piattaforma globale di e-commerce, sta perdendo quote, secondo le rilevazioni della società di ricerca eMarketer. Pur restando di gran lunga leader nello shopping online, e i suoi ricavi ne sono la prova, la sua quota nel mercato in Cina sarebbe scesa al 51% per l'intero 2021, rispetto al 78% registrato nel 2015.
Minacciata dalla stretta di Pechino sulle società private e sul settore tecnologico, ora il gruppo fondato da Jack Ma deve affrontare anche un'altra questione: la crescente concorrenza. Per più di 15 anni, Alibaba è stato il colosso, inarrivabile, del settore e-commerce cinese, diventando anche una delle più grandi e più valutate società del mondo.
Man mano che l'industria dell'e-commerce cinese è cresciuta, i consumatori hanno iniziato a scegliere nuovi modi di fare acquisti basati sulla navigazione e l'interazione rispetto alle ricerche di prodotti mirate. Questa tendenza ha permesso ad Alibaba di recuperare terreno in alcune aree, ma i suoi concorrenti hanno sfruttato l'inversione per ottenere un punto d'appoggio nel più grande mercato dell'e-commerce del mondo.
A farsi strada contro Alibaba sono state il colosso di internet Tencent Holdings, che sta integrando negozi online nella sua app di messaggistica WeChat; Pinduoduo, un'app di e-commerce nata sei anni fa, e Douyin, l'app sorella di TikTok in Cina, che vende prodotti attraverso brevi video e live streaming con l'aiuto dei suoi algoritmi.
Alibaba ha riposto aumentando gli investimenti in aree come la creazione di contenuti, il live streaming e le merci in sconto. A maggio, l'amministratore delegato Daniel Zhang ha descritto l'aumento della concorrenza come uno dei maggiori ostacoli riscontrati dall'azienda nell'ultimo anno. In questo contesto, il ceo aveva detto che qualsiasi profitto superiore a quello dello scorso anno sarebbe stato investito per il miglioramento delle sue attività di e-commerce.
Le entrate di Alibaba sminuiscono ancora quelle di altri player dell'e-commerce cinese e le sue enormi dimensioni continuano a darle grandi vantaggi. Il rovescio della medaglia: per le sue dimensioni, ma soprattutto per la parte finanziaria, l'azienda é finita nel mirino delle autorità di regolamentazione.
All'inizio di quest'anno, il principale regolatore del mercato di Pechino ha accusato l'azienda di aver abusato della sua posizione per impedire ai suoi commercianti di vendere su piattaforme concorrenti. Ha quindi ricevuto una maxi-multa da 2,8 miliardi di dollari, e si é impegnata ad aderire alle richieste del regulator.
Ma sotto tiro è soprattutto l'attività di prestiti personali e alle imprese che ha spinto i regolatori di Pechino a intervenire nella governance e nell'azionariato, mettendo sotto osservazione le strategie del gruppo. (riproduzione riservata)