MENU
Azienda Information Technology

Anche capitali cinesi nell'app Immuni per il social tracking

La holding Nuo Capital della famiglia Pao-Cheng ha una quota del 2% in Bending Spoon, La versione finale dell’applicazione dovrebbe essere pronta nei prossimi giorni. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, è invece tra Sogei e Sia la corsa per chi dovrà gestire i dati dell’applicazione


28/04/2020 10:47

di Mauro Romano - Class Editori

via
I fondatori di Bending Spoon, da sinistra Matteo Danieli, Luca Ferrari, Francesco Paternello, Luca Querella

Ci sono anche capitali cinesi nella società che sta sviluppando Immuni, l'app scelta dal governo per tracciare i contagiati da coronavirus. Lo scorso luglio infatti Nuo Capital ha deciso di sostenere lo sviluppo dell'app developer Bending Spoons. La holding d’investimento delle famiglie hongkongine Pao e Cheng ha acquisito una partecipazione del 5,7%, assieme a H14, il family office italiano azionista di Fininvest e a StarTip, il veicolo di Tamburi Investment Partners dedicato alle startup. Attualmente Nuo Capital detiene una partecipazione attorno al 2% del capitale. Il controllo e la gestione della società sono però completamente nelle mani dei quattro fondatori italiani (Luca Ferrari, Mtteo Danieli, Luca Querella e Tomasz Grebe), che siedono nel consiglio di amministrazione insieme al direttore finanziario Davide Scarpazza

“Con il nostro investimento cercheremo di dare il nostro contributo a questa bella storia di successo che mette al centro le persone, di cui condividiamo appieno valori e visione. Siamo anche certi che il know-how di Bending Spoons avra' l'opportunità di beneficiare delle nostre solide relazioni nel continente asiatico e in particolare in Cina, di gran lunga la più avanzata società digitale al mondo", commentava a luglio Tommaso Paoli, ceo di Nuo Capital.

Bending Spoons, selezionata dal ministero dell'Innovazione e dal commissario all'emergenza Covi-19, Domenico Arcuri,  ha concesso gratuitamente la licenza d’uso del sistema alla presidenza del Consiglio in forma open source. La versione finale dell’applicazione dovrebbe essere pronta nei prossimi giorni. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, è invece tra Sogei e Sia la corsa per chi dovrà gestire i dati dell’applicazione.

Entrambe, la prima al 100% del ministero dell’Economia e delle Finanza e la seconda controllata da Cdp con oltre l’80%, corrispondono all’identikit tracciato dal commissario straordinario Domenico Arcuri. «L’infrastruttura dei dati sarà pubblica e italiana, l’app rispetterà le norme sulla privacy e non si limiterà a svolgere il compito del contact tracing, ma arriverà a essere uno strumento di diario sanitario di tutti i cittadini che intenderanno utilizzarla. E sarà su base volontaria e non sarà una patente di libera uscita», aveva spiegato in conferenza stampa. A Palazzo Chigi la preferenza, secondo quanto trapela, sembra andare verso Sogei, che gestisce i dati per l’amministrazione fiscale. All’interno del governo c’è però anche chi propende per Sia, società attiva nelle infrastrutture e nei servizi tecnologici di pagamento.

La scelta di affidarsi a un’infrastruttura in-house di tipo pubblico si concilia peraltro con il modello decentralizzato verso cui si è orientata Bending Spoons. Con tale modalità si immagazzinano meno dati; nel modello decentralizzato restano nei dispositivi dei proprietari. L’app genera un proprio identificativo anonimo che trasmette ad altri dispositivi quando si viene in contatto tramite Bluetooth. Quando un operatore sanitario identifica un paziente Covid-19 gli fornisce un codice che permette di caricare sul server gli altri identificativi raccolti. Scaricando dai server la lista dei codici, i cellulari verificano se sono stati a contatto con l’utente positivo. (riproduzione riservata)



Chiudi finestra
Accedi