Continua la stretta cinese sulle proprie big tech. Nel fine settimana a farne le spese è stata Didi Global, nata dalla fusione di Didi Dache e Kuaidi Dache (supportate rispettivamente da Tencent e Alibaba) e che fornisce veicoli e taxi. Domenica 4 luglio l'autorità nazionale per il cyberspazio ha ordinato la rimozione dell'applicazione dagli store domestici, anche se gli utenti che l'hanno hanno già scaricato Didi potranno continuare ad utilizzarla. Secondo l'autorità, la piattaforma ha "seriamente violato le leggi sulla raccolta e sull'utilizzo di informazioni personali", anche se non ha specificato quali fossero i problemi riscontrati nella politica di gestione dei dati.
Venerdì Didi Global era crollata al Nyse dopo che Pechino aveva dichiarato di aver avviato un esame sullo stato della sicurezza informatica della società. Il tutto a due giorni dalla seconda più importante quotazione di una società cinese a Wall Street (l’ipo ha raccolto 4,4 miliardi di dollari, con valutazione a quasi 70 miliardi) da quella di Alibaba del 2014. La mossa è stata studiata per contrastare i rischi sulla sicurezza dei dati, salvaguardare la sicurezza nazionale e proteggere l’interesse pubblico, secondo una dichiarazione della Cyberspace Administration of China.
£Questo è un altro segnale che Pechino non permetterà alle strategie di finanziamento delle società tech di impedirne la regolamentazione", ha commentato Xiaomeng Lu, direttore della divisione geotecnologie di Eurasia Group. "Questa mossa può anche essere interpretata come un segnale dell'insofferenza cinese nei confronti delle ipo all'estero".
A riprova a stretto giro l'autorità ha aperto indagini contro altre tre piattaforme fresche di sbarco in borsa. Si tratta di Full Truck Alliance, la piattaforma di logistica nata dall'unione di Huochebang e Yunmanman, e su Boss Zhipin, l'applicazione dedicata al reclutamento del personale. Entrambe le società tech si sono quotate negli Stati Uniti a giugno e, come Didi, non potranno essere scaricate da nuovi utenti durante l'inchiesta.
La società fintech Ant, invece, non è nemmeno arrivata all'ipo, dato che Pechino ha bloccato la quotazione a Wall Street del valore di 37 miliardi. (riproduzione riservata)