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Il 5G scatena la lite tra Londra e il colosso Huawei

Il premier Johnson pronto a escludere dalla rete il big cinese. Dura la replica di Pechino e della società, che minacciano ritorsioni e accusano il governo britannico di piegarsi alle pressioni degli Usa. Intanto anche la Francia si muove per tagliare fuori il colosso tlc


07/07/2020 15:36

di Giulio Zangrandi-Class Editori

Huawei
Boris Johnson, premier britannico

Tornano a infiammarsi i rapporti diplomatici tra Londra e Pechino. Ma oltre alla vicenda Hong Kong, su cui il Regno Unito è intervenuto a gamba tesa decidendo di facilitare la cittadinanza per gli abitanti del suo protettorato in risposta alla nuova legge cinese sulla sicurezza, al centro delle tensioni è tornata a sorpresa anche la questione delle licenze per l’implementazione della rete 5G britannica al colosso tlc cinese Huawei.

Nello specifico, ad accendere la miccia sono state le ultime indiscrezioni riportate dalla stampa britannica, secondo cui il governo del premier Boris Johnson, che a gennaio aveva dato l’ok al coinvolgimento della società di Shenzhen nei lavori seppur limitatamente alla realizzazione di parti non essenziali dell’infrastruttura statale, avrebbe improvvisamente fatto dietro front decidendo di eliminare del tutto entro fine anno le sue apparecchiature dalla rete per ragioni di sicurezza nazionale.

Una scelta sgradita al Dragone, che attraverso il suo ambasciatore nel Regno Unito, Liu Xiaoming, ha subito minacciato pesanti «conseguenze» per il Paese: «Huawei fornisce servizi di rete a oltre 3 miliardi di persone in più di 170 Paesi e non ci sono prove che i suoi prodotti rappresentino una minaccia alla sicurezza», ha detto, aggiungendo che l’episodio potrebbe «minare la fiducia della Cina nel Regno Unito».

Dura anche la replica della società, secondo cui «la politica Uk è dettata dall’amministrazione del presidente americano Donald Trump», che da tempo sta cercando di boicottare a livello globale l’azienda guidata da Ren Zhengfei ritenendola uno strumento di spionaggio di Pechino.

In effetti alla base del cambio di rotta di Johnson ci sarebbe, secondo il Daily Telegraph, l’ultimo rapporto dell’agenzia governativa di comunicazione ed intelligence Uk, la Gchq, nel quale emergerebbe come le recenti sanzioni Usa costringano Huawei a utilizzare una tecnologia non affidabile. E mentre anche il National Cyber Security Center inglese si prepara a comunicare il risultato della revisione di emergenza sul ruolo dell’operatore tlc avviata dopo l’adozione della legge con gli Usa hanno imposto ai produttori stranieri di chip che utilizzano di ottenere una licenza prima di poter vendere semiconduttori a Huawei, anche il capo dell’agenzia di sicurezza informatica francese Anssi, Guillaume Poupard, ha annunciato una stretta sul colosso: «non ci sarà un bando totale», ha detto, «ma per quanto riguarda gli operatori che non utilizzano ancora Huawei li stiamo invitando a non sceglierla».(riproduzione riservata)


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