La Commissione Europea ha imposto dazi fino al 44% sui cavi in fibra ottica provenienti dalla Cina. Il regolatore ha sottolineato come i prezzi di vendita sotto il livello del costo di produzione rischiavano di spingere i produttori europei fuori dal mercato Ue. La Commissione Ue aveva aperto un'inchiesta a settembre 2020 per valutare se la vendita di cavi in Europa da parte dei produttori cinesi avvenisse a prezzi artificiosamente bassi, in seguito adì un complaint anti-dumping presentato dall'associazione dei produttori europei, Europacable.
Questa aveva sottolineato come le importazioni cinesi erano aumentate del +150% tra il 2016 e il 2019, prendendo il 15% circa del mercato europeo, che vale circa 1 miliardo di euro l'anno. I maggiori produttori di cavi in fibra ottica in Europa sono Prysmian, Corning, Nexans, Acome. Il business telecom rappresenta a oggi circa il 25% dell'ebitda di Prysmian e la fibra ottica circa il 50% della divisione (il mercato di riferimento rappresenta, dunque, circa il 12,5% dell'ebitda dell'intero gruppo).
"Accogliamo con soddisfazione la decisione della Commissione Europea, ed è rassicurante vedere che l'Europa è in grado di agire con forza nei confronti di pratiche scorrette", ha commentato Philippe Vanhille, EVP Telecom Division in Prysmian Group. "Una corretta competizione deve essere assicurata nell'interesse dei nostri clienti e di tutte le parti interessate, per garantire che componenti di qualità per la costruzione dell'infrastruttura ottica europea siano disponibili in modo sostenibile".
In qualità di leader globale dell'industria, Prysmian Group è fortemente impegnata nel garantire la qualità necessaria per realizzare un'infrastruttura di telecomunicazioni veramente a prova di futuro, in grado di tenere il passo con le nuove tecnologie. Proteggere i propri prodotti con brevetti e marchi è quindi un punto fondamentale delle attività del Gruppo, ed azioni legali sono in corso come parte essenziale di un'attività più ampia di salvaguardia degli sforzi fatti in ricerca e sviluppo.
"Riteniamo che sia importante mantenere alti gli standard qualitativi nel segmento ottico, cosi' da assicurare reti ottiche piuù veloci e stabili, ed installazioni efficienti ed ecosostenibili a costi operativi inferiori e di maggior durata", ha continuato Vanhille. "Solo in questo modo garantiremo che sia assicurata l'integrita' dell'infrastruttura di rete, che sia aumentata la stabilità attraverso tutte le larghezze di banda e che il sistema sia aperto ad evoluzioni future".
L'imposizione dei dazi, ha commentato la società d'investimenti Equita, è una notizia positiva per Prysmian perché riduce in maniera rilevante la pressione sui prezzi con un beneficio potenziale sui margini. Inoltre, "il livello dei dazi è superiore alla soglia del 15-20% che giudicavamo rilevante per avere un effettivo impatto sulla competizione", ha aggiunto Equita.
Al contempo, "aumenta la visibilità sul target di medio termine, 5 anni, della società che prevede una crescita per la divisione Telecom a circa 300 milioni di ebitda dai 228 milioni attesi quest'anno". Dato che i dazi riguardano i cavi in fibra ottica, gli analisti si aspettano che a questo punto verrà attivata un'indagine anche sulla fibra ottica.
D'altra parte, Prysmian produce molto anche in Cina, con risultati importanti, e dalla Cina serve tutti i mercati dell'Estremo Oriente. Nei primi nove mesi di quest'anno i ricavi nell'area Asia Pacifico sono stati 744 milioni di euro su 9,3 miliardi di fatturato totale, riportando una variazione organica del +11,3% con un quasi raddoppio della redditività a 54 milioni di euro. "I robusti risultati sono stati conseguiti grazie al pieno recupero degli impatti negativi della pandemia Covid-19, in particolare in Cina" ha rimarcato la società, che comunque vende nei mercati Emea per quasi metà del fatturato totale.
Anche per gli analisti di Bestinver Securities l'imposizione dei dazi è una notizia positiva per Prysmian: "una minor pressione sui prezzi e un potenziale beneficio per i margini. Maggior visibilità sull'obiettivo di medio termine dell'azienda che prevede la crescita della divisione Telecom".
Attualmente Prysmian detiene una quota del 40% circa del mercato europeo della fibra ottica e le importazioni dalla Cina e dall'India coprono il restante 60% del mercato. Si sottolinea che negli Stati Uniti le importazioni di fibra ottica dalla Cina sono soggette a dazi del 25%. Quanto deciso dalla Commissione Ue "può avere conseguenze importanti e potenzialmente positive per le vendite di fibra ottica di Prysmian in Europa: infatti, il mercato nordamericano, protetto dalle importazioni cinesi, ha margini decisamente migliori di quello europeo", ha spiegato Banca Akros. (riproduzione riservata)