Le immagini di Zhang Jidong a spasso tra i banchi di Eataly Smeraldo, a Milano, durante la sua visita in città dei giorni scorsi, accompagnato dal top manager Andrea Guerra, hanno attirato l’attenzione della stampa finanziaria cinese. Secondo quanto riportato dall’Economic Observer, la due giorni milanese di Zhang, fondatore e padrone di Suning, sarebbe andata ben oltre la presenza a San Siro per l’esordio dell’Inter in Champions League e la cena con Massimo Moratti.
La visita del patron di Suning alla catena di supermercati fondata nel 2007 da Oscar Farinetti e partecipata dalla Tip del finanziere Gianni Tamburi ha due possibili motivazioni: studiare il modello Eataly o in alternativa valutare possibili forme di collaborazione diretta.
In Cina Suning è una delle prime società di retail, posizione rafforzata con l’acquisizione dell’80% dei 319 punti vendita di di Carrefour Cina, quarto gruppo cinese del settore. Il gruppo di Nanchino, quotato a Shenzhen, ha chiuso il 2018 con il corrispettivo di 32 miliardi di euro di ricavi e un volume di vendite pari a 44 miliardi. Lo scorso anno i ricavi delle vendite online sono aumentati del 64,45%. La società dispone di una rete di oltre 11 mila negozi dislocati tra Cina, Hong Kong e Giappone.
Nell’ultimo periodo, dopo le acquisizioni di Carrefour e dei negozi Wanda, l’attenzione di Zhang si è concentrata su come rinnovare l’offerta. In tale ottica «l’esperienza» offerta da Eataly sembrerebbe un esempio da seguire, anche se la collaborazione non è esclusa, tanto più che in passato ci sono già stati contatti.
In tal senso la relazione tra le parti va avanti da qualche tempo, con incontri tra i vertici del gruppo italiano per valutare partnership commerciali e industriali. Relazioni che poi sono state mantenute dal figlio di Zhang Jidong, Steven Zhang, presidente dell’Inter. In particolare, le parti stanno valutando la possibilità di dare vita a una joint venture italo-cinese o definire un accordo di franchising in esclusiva per il mercato locale. L’obiettivo è avviare i cantieri per l’apertura di punti vendita Eataly in Cina e in altri Paesi asiatici. Il percorso potrebbe essere formalizzato a breve.
Le prospettive di business sono, infatti, alletrtanti per entrambi i probabili parner. «L’Italia è al momento il mercato di riferimento più importante di Suning in Europa,» ha sottolineato Jindong, nel luglio scorso, incontrando i vertici di Ice, l'Italia Trading Agency. Nel 2018 la vendita di prodotti esteri sulla piattaforma Suning è aumentata di oltre il 200%, secondo fonti dell’azienda.
Nel Dragone i brand italiani della moda, del design e del lifestyle soddisfano i gusti di un segmento di consumatori benestanti che risulta essere in forte espansione. Deloitte China ha stimato che, nel quadro di consumi totali in continua espansione, i consumatori della classe media, che attualmente sono 300 milioni, raddoppieranno entro il prossimo anno e che la penetrazione dell’e-commerce sul retail totale arriverà al 33% entro il 2020.
Inoltre secondo la stessa analisi sarebbero 772 milioni le persone che utilizzano Internet frequentemente e circa il 40% degli acquirenti online scelgono prodotti stranieri. L’Eu Sme Centre di Pechino ha calcolato, da parte sua, che le importazioni di prodotti Made in Italy in Cina cresceranno nel 2020 di oltre il 210% grazie agli acquisti online. Ne beneficeranno soprattutto i prodotti del sistema moda di fascia medio alta, le cui esportazioni nel 2018 hanno superarto 2 miliardi di euro, e dell’agroalimentare a quota 450 milioni di euro. (riproduzione riservata)