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Azienda Manifatturiero

Le potenzialità del sistema Jing'An per la moda italiana

La Cina punta su retail e cultura.I l Museo Salvatore Ferragamo e il marchio Pasquale Bruni hanno siglato ieri due accordi con il distretto,considerato la Manhattan d'Oriente, in occasione del 40° anno del gemellaggio tra Milano e Shanghai. L'area ha con un bacino di 6 mila aziende estere che valgono il 55% del suo giro d’affari


03/09/2019 11:03

di Alice Merli-Class Editori

La Cina punta su cultura e retail
Il distretto di Jing'an

La moda italiana stila una nuova lista di obiettivi in Cina. Ieri, presso Palazzo Marino, è iniziata la prima tranche di attività celebrative durante l’incontro “Investment & business in Shanghai”, organizzate per il 40° anno di gemellaggio tra Milano e la metropoli dell’Ex Celeste impero (vedere MFF del 28 agosto).

Il forum, realizzato grazie al Comitato della moda e creatività Italia-Cina e con il patrocinio di Cnmi-Camera nazionale della moda italiana, con il supporto del media partner Class Editori e di Fondazione Italia Cina, Montenapoleone district e Assolombarda, ha messo al centro dei riflettori le potenzialità del distretto di Jing’An, definito la Manhattan d’Oriente con un bacino di 6 mila aziende estere che valgono il 55% del suo giro d’affari. In primis sono stati firmati due accordi per la moda con il Museo Salvatore Ferragamo e il brand di gioielli Pasquale Bruni e uno per il food con la scuola internazionale di cucina italiana Alma.

«Il patto con la maison Ferragamo ha come intento portare una o più mostre a Shanghai dal 2020, per diffondere la cultura italiana e i loro contenuti. Si lega al commerciale invece la liaison con Pasquale Bruni, che inizierà l’espansione in Cina grazie a un partner locale con l’apertura di un negozio su strada o mall e altre location cinesi, tra cui una a Pechino», ha spiegato a MFFStefano Mologni, presidente del Comitato moda e creatività Italia-Cina. «Questi sono accordi pilota, mireremo sempre più al retail legato a fashion, food e design, con l’obiettivo di aiutare i player italiani a investire sul territorio». Il governatore del distretto, Yu Yong, ha poi sottolineato gli interventi di sviluppo e innovazione dell’area: «Vogliamo incrementare i 2000 brand inseriti nella prima fascia, supportarli con piattaforme tecnologiche, sviluppare la rete di store del Plaza 66 e del Westgate mall e la strada portante per l’alto di gamma, West Nanjing road. Il progetto si focalizza sull’internazionalizzazione e sull’alta qualità del prodotto, ma anche sul green mediante riqualificazioni che hanno permesso alle imprese di entrare in modo ottimale nel nostro ambiente».

Cristina Tajani, assessore alle politiche del lavoro, attività produttive, commercio e risorse umane del comune di Milano, ha infine aggiunto: «Milano e Shanghai sono due città economiche legate da un’antica relazione di amicizia, che ha potuto rafforzarsi dopo Expo 2015. I distretti di Montenapoleone e di Jing’An rappresentano il meglio del lusso e del commercio e sono pronti a intensificare il business», ha concluso. (riproduzione riservata) 


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