Luxottica ha siglato un accordo con l'Universita' Bocconi di Milano per l'istituzione di una cattedra quinquennale, la Luxottica Chair in Chinese market and business development. La nuova cattedra, affidata al Professore ordinario del Dipartimento di Management e Tecnologia, Fabrizio Perretti, è stata annunciata ieri in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico 2019/2020.
La Cina sta diventando un mercato sempre piu' importante su scala globale. In questo contesto, l'obiettivo della cattedra Luxottica e' offrire l'opportunita' di comprendere i cambiamenti che stanno plasmando questo mercato e l'impatto diretto e indiretto, sugli altri paesi, in particolare l'Europa e l'Italia. La cattedra affrontera' inoltre la necessita' di approfondire i contesti sociali ed economici della Cina e dell'Asia in generale, l'importanza di coinvolgere le comunita' locali e di generare approcci innovativi che tengano conto e rispettino le diversita' culturali.
La partnership strategica segna un ulteriore passo nella collaborazione tra Luxottica e Bocconi e prevede anche innovative attivita' di ricerca, produzione di report annuali, incontri periodici e challenge o contest con gli studenti.
Luxottica crede fortemente nella formazione dei suoi dipendenti e clienti, a beneficio dell'intero settore. L'evoluzione del processo di crescita delle persone passa da un approccio all'apprendimento sempre piu' digitale, accessibile e autonomo. L'iniziativa con l'Universita' Bocconi conferma l'impegno verso l'istruzione e la ricerca quali leve strategiche che contribuiscono a pieno titolo alla crescita della societa'.
«La Cina è un mercato cruciale ma complesso che si sta evolvendo molto rapidamente grazie anche alle nuove tecnologie digitali. Questo spinge Luxottica a sviluppare strumenti e modelli di business sempre nuovi per rispondere alle esigenze di clienti e consumatori. Vogliamo valorizzare la ricerca su questi temi innovativi e sfidanti che hanno una forte influenza sull'intera collettivita' per comprenderli e gestirli al meglio» ha commentato Francesco Milleri, ceo di Luxottica.
La Cina nopn solo è un mercato chiave per il gruppo di Agordo ma ha rappresentato il vero ago della bilancia per la buona riuscita delle nozze con il gruppo francese Essilor celebrate nell’ottobre dello scorso anno, operazione che ha consentito di creare il leader mondiale assoluto nel campo dell’occhialeria con oltre 16 miliardi di euro di ricavi aggregati, più di 150 mila dipendenti e un portafoglio di 9 mila brevetti.
Il matrimonio si è infatti realizzato quando l'autorità regolatrice del mercato di Pechino ha autorizzato la fusione tra le due entità molto presenti e leader di mercato anche in Cina.
Il gruppo di Agordo è attivo in Cina dalla fine degli anni 90 e attualmente produce in tre stabilimenti e vanta un polo logistico a Dongguan nel distretto del Guangdong, nella Cina meridionale, oltre a una rete di 300 negozi e a due laboratori ‘trend, design e creative’ per lo sviluppo di nuovi progetti.
I tre impianti in Cina rappresentano circa il 43% della produzione totale pre-merger. L’hub logistico di Dongguan gestisce in media 205 mila unità al giorno e la sua posizione nel sud del Paese lo rende un hub strategico per la distribuzione nell’intera area Asia-Pacifico.
A livello nazionale, Luxottica è presente nel segmento retail vista con le catene LensCrafters e SunglassHut, oltre che con Spectacle Hut nella limitrofa Singapore. Sul fronte dell’e-commerce, negli scorsi anni sono state infine sancite alcune alleanze strategiche per aprire punti vendita di Ray-Ban e Oakley all’interno di Tmall, la piattaforma online più grande del Paese.
L’approdo di Essilor in Cina risale a qualche anno prima dell'ex concorrente italiano e oggi l’azienda di Charenton-le-Pont può contare su sei impianti di produzione e su diverse alleanze strategiche strette con player locali per lo sviluppo e la ricerca. Fiore all’occhiello della presenza nell’ex Celeste Impero è un centro di sviluppo e test nella città-contea di Danyang, nella provincia del Jiangsu, nella Cina nord orientale.
Entro quest'anno dovrebbe poi aprire i battenti un nuovo centro per l’innovazione e le tecnologie a Shanghai. Il suo compito si concentrerà sulla messa a punto di nuove tecnologie per migliorare l'esperienza del cliente cinese, sullo sviluppo di prodotti adeguati alle esigenze dei consumatori locali e soprattutto sulla miopia.
In tempi recenti l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che ci sono 600 milioni di persone in Cina afflitte da questa patologia, che colpisce dunque poco meno della metà della popolazione. Uno studio dell’Università di Pechino ha inoltre calcolato come il numero di cinesi che avranno bisogno di correzione oculare dovrebbe superare i 700 milioni entro il 2020.
Già oggi il Paese rappresenta il principale mercato mondiale degli occhiali per volumi, con circa 100-300 milioni di paia venduti ogni anno. Considerando poi che sempre l’Oms ha rilevato come il tasso d’insorgenza della miopia sia in costante aumento, superando il 70% nelle scuole superiori e nelle università e raggiungendo il 50% nelle scuole elementari, viene naturale pensare che puntando forte sulla Cina Essilor sia riuscita ad anticipare (e a cavalcare) il trend.
Senza mai perdere di vista l’aspetto sociale, l’azienda guidata da Laurent Vacherot ha infatti esteso anche alla Cina l’approccio della Essilor Vision Foundation: fondata negli Stati Uniti nel 2007, fornisce cure visive a bambini e a giovani svantaggiati. Secondo gli ultimi aggiornamenti forniti dal sito dell’ente, a oggi Evf opera in 22 province cinesi e ha fornito correzioni visive a 110.547 bambini, tenendone monitorati 1,23 milioni.