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Azienda Manifatturiero

Per Essilor-Luxottica la Cina è stata l'ago della bilancia

Nella creazione del leader mondiale degli occhiali,il parere dell'authority cinese per la concorrenza è stato cruciale: con nove stabilimenti in Cina e tre centri di ricerca e logistici, l'aggregazione italo-francese rappresenta la prima manifattura del settore. Che si appresta a scalare nuove posizioni in un mercato ancora infinito


03/06/2019 18:07

di Oscar Bodini- Class Editori

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La Cina ha rappresentato il vero ago della bilancia per la buona riuscita delle nozze tra Essilor e Luxottica celebrate ufficialmente nell’ottobre dello scorso anno, operazione che ha consentito di creare il leader mondiale assoluto nel campo dell’occhialeria con oltre 16 miliardi di euro di ricavi aggregati, più di 150 mila dipendenti e un portafoglio di 9 mila brevetti.

Tra le molteplici condizioni sospensive previste tra le pieghe dei contratti che hanno legato il gigante francese delle lenti visive al gruppo delle montature fondato da Leonardo Del Vecchio, il via libera da parte dei regulator di Pechino rappresentava infatti quella cruciale ed è stata anche l’ultima in ordine di tempo a venir meno, nel luglio 2018.

Per quanto riguarda il gruppo di Agordo, la presenza in Cina risale alla fine degli anni 90 ed è oggi rappresentata da tre stabilimenti produttivi e un polo logistico nel distretto meridionale di Guangdong, a Dongguan, oltre a una rete di 300 negozi e a due laboratori ‘trend, design e creative’ per lo sviluppo di nuovi progetti.

Stando all’ultimo bilancio depositato da Luxottica, congiuntamente a due piccoli siti produttivi in Giappone e India i tre impianti in Cina rappresentano circa il 43% della produzione totale pre-merger. L’hub logistico di Dongguan gestisce in media 205 mila unità al giorno e la sua posizione nel sud del Paese lo rende un hub strategico per la distribuzione nell’intera area Asia-Pacifico.

A livello nazionale, Luxottica è presente nel segmento retail vista con le catene LensCrafters e SunglassHut, oltre che con Spectacle Hut nella limitrofa Singapore. Sul fronte dell’e-commerce, negli scorsi anni sono state infine sancite alcune alleanze strategiche per aprire punti vendita di Ray-Ban e Oakley all’interno di Tmall, la piattaforma online più grande del Paese.

L’approdo di Essilor in Cina risale a qualche anno prima l'ex concorrente italiano, fa e l’azienda di Charenton-le-Pont oggi può contare su sei impianti di produzione e su diverse alleanze strategiche strette con player locali per lo sviluppo e la ricerca. Fiore all’occhiello della presenza nell’ex Celeste Impero è un centro di sviluppo e test nella città-contea di Danyang, nella provincia di Jiangsu. 

Si tratta di un vero e proprio controllore che ha il compito di valutare, confrontare e migliorare le prestazioni dei prodotti realizzati dai partner cinesi. Tra i fiori all’occhiello del gruppo transalpino spicca la divisione ‘occhiali da sole e da lettura’, sotto il cui cappello operano diverse compagnie come Xiamen Yarui Optical.

Quest’ultima progetta, produce e commercializza occhiali da sole di fascia media, che vengono poi commecializzati con i marchi Bolon, Molsion e Prosun. Una sua consorella, Photosynthesis, si occupa invece di servire tutto il sud est asiatico con occhiali da sole e correttivi, in particolare con il marchio Mjs.

Entro fine anno aprirà poi i battenti un nuovo centro per l’innovazione e le tecnologie a Shanghai. Il suo compito si concentrerà sulla messa a punto di nuove tecnologie per migliorare l'esperienza del cliente cinese, sullo sviluppo di prodotti adeguati alle esigenze dei consumatori locali e soprattutto sulla miopia.

In tempi recenti l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che ci sono 600 milioni di persone in Cina afflitte da questa patologia, che colpisce dunque poco meno della metà della popolazione. Uno studio dell’Università di Pechino ha inoltre calcolato come il numero di cinesi che avranno bisogno di correzione oculare dovrebbe superare i 700 milioni entro il 2020.

Già oggi il Paese rappresenta il principale mercato mondiale degli occhiali per volumi, con circa 100-300 milioni di paia venduti ogni anno. Considerando poi che sempre l’Oms ha rilevato come il tasso d’insorgenza della miopia sia in costante aumento, superando il 70% nelle scuole superiori e nelle università e raggiungendo il 50% nelle scuole elementari, viene naturale pensare che puntando forte sulla Cina Essilor sia riuscita ad anticipare (e a cavalcare) il trend.

Senza mai perdere di vista l’aspetto sociale. L’azienda guidata da Laurent Vacherot ha infatti esteso anche alla Cina l’approccio della Essilor Vision Foundation: fondata negli Stati Uniti nel 2007, fornisce cure visive a bambini e a giovani svantaggiati. Secondo gli ultimi aggiornamenti forniti dal sito dell’ente, a oggi Evf opera in 22 province cinesi e ha fornito correzioni visive a 110.547 bambini, tenendone monitorati 1,23 milioni.


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