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Save the Duck, sfida a Hong Kong e apre un monomarca

Nonostante i movimenti di piazza, Nicolas Bargi ha deciso di aprire un nuovo negozio nell'ex colonia, nel nuovo polo dello shopping di lusso 2.0, il K11 Musea a Victoria Dockside. L'apertura è parte di un nuovo piano commerciale che punta anche sull'Italia e sull'apertura di temporary shop in Europa, per chiudere il 2019 a 40 milioni di fatturato


02/10/2019 13:57

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

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Nicolas Bargi, fondatore e ceo di Save the Duck

Save The Duck, il primo marchio di piumini 100% animal free, vara un piano di aperture ambizioso, che sfida addirittura i movimenti di piazza di Hong Kong per aprire un nuovo monomarca nell'ex colonia britannica, all'interno del centro commerciale K11 Musea, il nuovo polo dello shopping 2.0 inaugurato a Victoria Dockside l'agosto scorso, con l'ambizione di diventare la destinazione topica della città cinese.

E sull'immaginaria Via della Seta che unisce la Cina all'Italia, il gruppo dei piumini ha inaugurato contemporaneamente un secondo monomarca proprio a Venezia, a Calle Fuseri 4462, a due passi da Piazza San Marco.

Non contento di questa doppia mossa, Nicola Bargi, fondatore, nel 2011, della casa di piumini e ceo, ha comunicato un ambizioso piano commerciale del suo brand articolato nel'apertura in tutta Europa di 9 pop-up store, e nella nuova piattaforma di e-commerce.

Pert raggiungere sempre più clienti a livello internazionale, Bargi ha annunciato anche l'apertura di termporary store in prestigiose location europee, tra cui Barcellona, e la diffusione della formula travel retail nei principali hub mondiali.

«Si tratta di un piano ambizioso che l'azienda sta implementando ad un ritmo sostenuto e per la cui realizzazione abbiamo messo sul piatto un investimento da 1,5 milioni di euro», ha spiegato Angelo Piero La Runa, senior partner di Progressio sgr, azionista di maggioranza di Save The Duck.

«il nostro approccio è multicanale. Entro il 2020 i negozi monomarca arriveranno a fruttare il 5% sul totale fatturato con un obiettivo a 5 anni pari al 10%. Lo stesso target è  stato fissato anche per l'e-commerce», ha precisato Bargi, pisano, classe 1970, che in Cina produce buona parte dei suoi manufatti, che vengono disegnati e progettati in Italia.

 

Save The Duck ha archiviato il 2018 con ricavi a quota 33 milioni di euro e un Ebitda del 24% a 8 milioni di euro e per il 2019 punta a chiudere a 40 milioni.

Lo scorso settembre Save the duck è diventata B corp, la prima azienda di moda in Italia a essere valutata come benefit corporation dall’ente no profit statunitense B lab. La certificazione distingue i marchi che volontariamente rispettano i più alti standard di responsabilità e trasparenza in ambito sociale e ambientale.

L’iter per diventare B corp prevede la valutazione di cinque macro-aree, tra cui governance, risorse umane, comunità, ambiente e clienti. Per ciascuna di esse l’azienda valutata è chiamata a fornire documentazioni, rispondendo a un totale di 231 domande. La certificazione è poi rilasciata solo a chi supera il punteggio complessivo di 80.

A questo iter si aggiunge un ultimo passaggio, per cui alla società che ha superato lo score minimo è richiesto di acquisire entro due anni la forma giuridica di società benefit, cambiando il proprio statuto sociale e impegnandosi a perseguire le migliori pratiche per il beneficio comune.

Save the duck, oltre ad aver raggiunto un punteggio pari a 95 durante il test di B lab, superando così abbondantemente la soglia, si era già attivata diventando una società benefit nel maggio scorso.

«Siamo estremamente felici e orgogliosi di avere ottenuto la certificazione B corp con un punteggio così alto», aveva dichiarato Bargi . «Fin dall’inizio ci siamo distinti per la nostra attenzione all’ambiente e alla società. Questa certificazione rappresenta uno stimolo ulteriore per continuare a crescere e migliorare sempre di più».

Essere una B corp prevede infatti l'impegno nel dare lo stesso peso agli obiettivi economico-finanziari e a quelli etici e green. Save the duck si unirà così alle oltre 2.600 aziende che nel mondo perseguono tale approccio, di cui 500 sono localizzate in Europa.

«Siamo lieti di dare il benvenuto a Save the duck nella comunità delle B corp», ha concluso Nathan Gilbert, direttore esecutivo di B lab Europe- «Sappiamo che sarà un partner fantastico. Il loro impegno a fare business in modo innovativo sarà un’ispirazione». (riproduzione riservata)


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