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Alla scoperta di Egitto, Kazakistan e Georgia, snodi della nuova Via della Seta

Dal 18 al 22 febbraio Confindustria organizza una serie di incontri per presentare le opportunità di collaborazione sino-italiana tra piccole e medie imprese nei Paesi terzi. L'obiettivo è coinvolgere aziende che operano nell’ambito della fornitura di beni e servizi, nel settore delle infrastrutture e grandi opere


11/02/2019 12:35

di Mauro Romano - Class Editori

Le opportunità di Egitto, Kazakistan  e Georgia

 Conoscere Egitto, Kazakistan e Georgia. Ai tre Paesi e alla loro partecipazione al progetto Belt &Road Initiative sarà dedicati un ciclo di incontri sulla collaborazione sino-italiana in Paesi terzi organizzata da Confindustria tra il 18 e il 22 febbraio. Un tour di seminari (per iscriversi c'è tempo fino al 13 febbraio) che toccherà Milano, Bologna, Torino, Roma e Verona.

 L’obiettivo è presentare alle piccole e medie imprese  che operano nell’ambito della fornitura di beni e servizi, nel settore delle infrastrutture e grandi opere (strade, ferrovie, porti, aeroporti, edilizia commerciale e sociale, grandi impianti industriali, energia e trattamento acque), prospettive di collaborazione nei progetti in corso e in fase di sviluppo, cinesi o dei governi locali. Agli incontri, prenderanno parte anche i rappresentanti della rete diplomatica e degli uffici Ice all’estero, per condividere scenari, opportunità e strategie.

 Già oggi l’Egitto è il 34esimo mercato di destinazione al mondo per l’export italiano e il sesto nell’area del medio oriente e del Nord Africa. Le imprese italiane detengono una quota di mercato attorno al 6,3%, superate soltanto dalla Germania, tra i partner europei. Entro il 2021 Sace, società di assicurazione crediti e sostegno alle importazioni del gruppo Cdp, calcola un incremento potenziale delle esportazioni nel Paese per 140,3 milioni di euro. Complessivamente la crescita delle vendite verso l’Egitto dovrebbe mantenere nei prossimi due anni un ritmo attorno al 4%. La parte del leone la gioca la meccanica strumentale che da sola copre di circa il 40% delle esportazioni.

Nell’ottica della nuova Via della Seta, il Paese ricopre una valenza ancora più strategica per il transito di cargo nel Mediterraneo attraverso il Canale di Suez. Negli ultimi undici anni il traffico dal Sud Est Asiatico verso il Mediterrano è aumentato del 37%, dato che va letto insieme alla crescita del traffico sul Golfo (+77%), rilevava a metà gennaio uno studio di Srm, centro studi legato a Intesa SanPaolo. I Paesi del Nord Africa posso rappresentare per Pechino poli  energetico per il petrolio, il gas e le energie rinnovabili.

Centrale nei flussi di scambi nell’ambito della Belt and Road è anche il Kazakistan. La Repubblica centro-asiatica si propone come uno degli snodi del progetto nel mezzo dei corridoi di trasporto tra Europa occidentale, Caucaso e Cina:  la cosiddetta Via Trans-caspica, attraverso il Kazakistan, l’Azerbaigian e la Georgia, secondo i calcoli del governo di Astana, permetterà di ridurre i tempi di percorrenza delle merci di due terzi. Secondo l'istituto di statistica kazaco, nei primi nove mesi del 2018  l'Italia si è confermata al primo posto tra i Paesi di destinazione delle esportazioni kazache,  ammontate a 44,5 miliardi di dollari.

 A parti invertite, nel periodo gennaio-settembre 2018, secondo i dati Istat sono stati esportati nell’ex repubblica sovietica beni per 868 milioni di euro, con un incremento del 95% apparecchiature elettriche (+470%), le macchine utensili (+97%), i prodotti in metallo (+75%)  e i prodotti alimentari (+55%) si sono rivelate le categorie merceologiche più dinamiche.

Terzo Paese sul quale si concentrerà l’attenzione dei seminari è la Georgia. Il Paese ha l’opportunità di diventare uno dei corridoi di transito per commerci e l’energia. Significativo è che nella lista di progetti approvati dalla  Banca per le infrastrutture e gli investimenti promossa da Pechino uno solo sia in Europa. Si tratta della realizzazione di 14,3  chilometri di ’autostrada che permetteranno di decongestionare il traffico da e verso il Porto di Batumi, seconda città del Paese. L’infrastruttura, che ha ricevuto risorse per 114 milioni di euro, è co-finanziata assieme alla Banca asiatica per lo sviluppo.


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