Oltre un centinaio di curricula sono arrivati alla Camera di commercio italiana in Cina da parte di giovani italiani e cinesi interessati a lanciare la propria carriera nel mercato del Dragone o, viceversa, in Italia, in occasione del career day che si è svolto a Pechino lunedì scorso, 24 maggio. Cinquanta sono state le offerte di lavoro presentate (20% di internship, 44% full time per posizioni entry level, 17% full time per posizioni mid-senior level) da 25 aziende di entrambi i paesi che hanno partecipato all'iniziativa.
Quali vantaggi offre lavorare oggi in una azienda cinese? Alla non facile domanda ha risposto Matteo Giovannini, Senior Finance Manager, ICBC, la più grande banca cinese e del mondo, attiva anche in Italia. « Un rapido miglioramento del livello di cinese mandarino, la possibilità di approfondire gli aspetti culturali che vanno oltre la normale quotidianità, la comprensione delle dinamiche decisionali in strutture altamente complesse e per lo più ignote a chi le osserva dal di fuori; la creazione di un importante network di conoscenze utili in Cina e non solo, l’osservazione privilegiata dei trend politici», sono i plus messi in evidenza dal suo intervento, che ha toccato anche le competenze che vengono richieste da realtà e contesti cinesi: un solido background accademico (economia e STEM le più richieste); sensibilità interculturale (sapersi interfacciare senza pregiudizi); e capacità comunicative e interpersonali.
«Per emergere in una realtà cinese bisogna cercare di individuare i propri vantaggi competitivi, puntando su ciò che ci distingue dagli altri, comprendere bene la terminologia aziendale e gli aspetti culturali e, ovviamente, tenere conto delle dinamiche politiche in azienda» ha concluso il giovane manager.
Rosario Pizzimenti, general manager di Motovario Shanghai, è intervenuto invece sui percorsi di carriera in un'azienda italiana che opera in Cina. «Non bisogna farsi condizionare da timori e paure quando ci si trova davanti alla possibilità di fare nuove esperienze lavorative all’estero, ma bisogna osare. La laurea non deve essere considerata come un traguardo, ma come un trampolino di lancio”, ha affermato Pizzimenti.
Il manager ha poi fornito alcuni suggerimenti per le persone che lavorano in aziende italiane in Cina: bisogna avere sempre una chiara fotografia dell’organizzazione aziendale, avendo bene in mente quali sono i propri interlocutori; non bisogna inoltre dimenticare che la missione principale di un italiano che lavora in una filiale italiana consiste nel creare ponti di comunicazione e cercare di rendere local know-how tutte le informazioni in arrivo dalla casa made in Italia.
Il Career Day della Ccic era alla sua ottava edizione, sostenuta, come in passato, da ICE, Istituto Italiano di Cultura a Pechino, AGIC, Università Cattolica del Sacro Cuore, Università degli Studi Roma Tre, School of Art - Nanjing University, Fondazione Italia Cina, Galileo Galilei Italian Institute, International Business School Suzhou at XJTLU, Italian Chinese Professional Network (ICPN), Nanjing University Center for Sino-Italian Cultural Studies, TOChina Hub, Università di Macerata, Zhejiang International Studies University e Jilin International Studies University.
de Maigret, Vice-Capo Missione e Responsabile dell’Ufficio Economico-Commerciale dell’Ambasciata d'Italia a Pechino e Paolo Bazzoni, Presidente della Camera di Commercio Italiana in Cina, si sono impegnati a nome delle ispettive organizzazioni a fornire gli strumenti necessarie i consigli pratici a tutti i giovani intenzionati ad avviare un percorso di lavoro in Cina, che offre numerose possibilità in questa fase di forte ripresa per i giovani italiani.
È intervenuto all'evento anche Xiang Shengwen, rappresentante del Ministero delle Risorse Umane e della Sicurezza Sociale della Repubblica popolare che ha presentato il Piano d’azione per il miglioramento della capacità professionali messo in campo dal governo cinese per il periodo 2019-2021. Xiang Shengwen ha specificato che sono stati forniti sussidi alle imprese per la formazione professionale del personale ed è stato dato supporto alle aziende per l’esecuzione di training professionali soprattutto in campo scientifico e innovativo. Ha poi parlato del sistema di certificazioni avviato dal governo centrale e volto a facilitare le imprese nella valutazione della conformità delle competenze del personale aziendale in relazione agli standard nazionali.
Stefano Colli-Lanzi, Presidente e ceo di GIGroup ha messo in evidenza il fatto che in Cina, in questo momento, c'è una strutturale mancanza di talenti. «Viviamo dei tempi estremamente dinamici, contraddistinti da grandissimi cambiamenti. Notiamo che a livello globale il mercato del lavoro è in tale evoluzione che tende a generare strutturalmente un gap sempre più ampio tra domanda e offerta», ha evidenziato Colli-Lanzi. «Vi è l’esistenza di numerose opportunità, che sono però difficili da colmare, data la specificità e la particolarità delle figure richieste».
Colli-Lanzi ha concluso il suo intervento offrendo alcuni spunti sull’approccio da seguire nella ricerca di un lavoro: avere chiaro lo scopo; guardare al mercato, a quali sono le aziende e le realtà che lavorano con le persone per farle crescere, investendo sulle loro competenze; cercare di trovare dei percorsi che soddisfino sia i bisogni del mercato che i propri punti di forza. (riproduzione riservata)