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La joint venture in Cina impatta sull'ebitda di Fiera Milano

I risultati risentono delle modifiche del calendario fieristico dettato dall'emergenza Covid-19. Tra gennaio e marzo si è attestato a 15 milioni di euro rispetto a 29,0 milioni del primo trimestre 2019. ll periodo gennaio-marzo ha registrato un risultato prima delle imposte negativo per 0,1 milioni di euro rispetto a un utile di 14,1 milioni dello scorso anno


12/05/2020 14:17

di Mauro Romano - Class Editori

Milano Fiera

I minori risultati dela joint venture in Cina impatta sull'ebitda di Fiera Milano. Tra gennaio e marzo si è attestao a  15 milioni di euro rispetto a 29,0 milioni del primo trimestre 2019, per effetto delle modifiche del calendario fieristico dettato dall'emergenza Covid-19.

Nel complesso Fiera Milano ha chiuso  il primo trimestre con un risultato prima delle imposte negativo per 0,1 milioni di euro rispetto a un utile di 14,1 milioni del primo trimestre 2019. 

Dato l'andamento stagionale delle attività, i ricavi ed i risultati conseguiti nei singoli trimestri presentano variazioni anche rilevanti tra un trimestre e l'altro. I ricavi delle vendite e prestazioni ammontano a 47,6 milioni di euro rispetto a 71 milioni del primo trimestre 2019, principalmente per effetto della cancellazione dell'edizione 2020 della manifestazione Mido e del posticipo ai trimestri successivi della biennale Mostra Convegno Expocomfort, oltre che dell'assenza delle manifestazioni biennali Made Expo e Transpotec Logitec. 

La posizione finanziaria presenta disponibilità  netta di 55,8 milioni di euro rispetto a 68,3 milioni di euro al 31 dicembre 2019. La variazione è attribuibile ai minori acconti incassati in relazione al posticipo ai mesi successivi delle manifestazioni. 

Se pur in uno scenario di estrema incertezza, Fiera ha confermato il target di ebitda per il 2020 in un range di 38-43 milioni di euro, anche a seguito del posticipo al 2021 del Salone del Mobile, assumendo una ripresa delle attivita' fieristiche in Italia a partire da settembre 2020 e una superficie espositiva netta stimata in 700 mila metri quadrati circa nell'ultima parte dell'anno in corso. Resta fermo l'impegno del gruppo a una forte attenzione sui costi con ulteriori azioni avviate dopo la chiusura del trimestre, che includono, tra gli altri, la riduzione volontaria degli stipendi dei manager del Gruppo, il ricorso al Fondo d'integrazione salariale (Fis) della durata di nove settimane e un ulteriore contenimento dei costi di funzionamento.

Il business fieristico rappresenta uno strumento fondamentale per la ripresa economica, e in questa direzione Fiera Milano sta lavorando in stretta collaborazione con le associazioni nazionali e internazionali di settore per favorire una ripartenza delle attività, anche attraverso la definizione di stringenti protocolli di sicurezza.

Il piano di trasformazione digitale garantirà inoltre un ulteriore strumento a tutela della sicurezza all'interno dei quartieri, oltre ad un ampliamento dell'offerta di servizi innovativi a supporto dell'evoluzione digitale delle manifestazioni e una migliore customer experience nel quartiere. (riproduzione riservata)


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