Italia e Cina proseguono nella collaborazione scientifica in campo spaziale. A Vienna, nel corso dell’ultima riunione del comitato delle Nazioni Unite per gli usi pacifici dello spazio extra-atmosferico, è stata illustrata la cooperazione sino-italiana sul satellite cinese Cses, acronimo che sta per China Seismo-Electromagnetic Satellite)
Sviluppato dalle Cnsa e dall’Asi. le agenzie spaziali cinese e italiana, il Cses indaga i disturbi iono-magnetosferici indotti dalla sismicità e dalle emissioni elettromagnetiche di origine troposferica, con l’obiettivo di confermare l’esistenza di una correlazione temporale tra i terremoti e i disturbi elettromagnetici nello spazio, spiega la Farnesina, che con la Cooperazione internazionale ha inizialmente cofinanziato i progetti. L’Italia ha fornito alla missione il rilevatore di particelle ad alta energia (e ha partecipato allo sviluppo di un rilevatore di campo elettrico fino a 5 Mhz.
Il lancio del satellite il 2 febbraio 2018 è stato citato anche nel comunicato congiunto del nono comitato governativo Cina-Italia diramato al termine della riunione del 24 gennai scorso a Roma. Il documento fa riferimento al rilevatore di particelle italiano sviluppato nell’ambito del progetto Li Madou, progetto che prende il nome dalla traslitterazione in cinese delle iniziali di Matteo Ricci, gesuita e missionario marchigiano che a metà del 1500 seppe tessere un rapporto proficuo con la Cina imperiale.
Un mese fa la riunione del comitato governativo è servita a ribadire l’intenzione di promuovere ulteriormente i contatti tra i due Paesi nell’esplorazione dello spazio e nella ricerca. In quest’ottica nel 2021 il lancio della missione Cses-2 potrebbe vedere nuovamente la partecipazione italiana. Il comunicato ricorda inoltre la “partecipazione italiana alla stazione spaziale cinese attraverso la realizzazione di moduli abitativi e connessi sperimenti scientifici, in cambio, da parte cinese, di opportunità di volo per astronauti ed esperimenti scientifici italiani”
Come auspicato dal commissario dell’Agenzia spaziale italiana, Piero Benvenuti, in occasione della Settimana Italia-Cina della Scienza, della tecnologia e dell’innovazione dello scorso dicembre la nuova stazione spaziale: “potrebbe offrire importanti opportunità di volo per i nostri astronauti, ma anche di sviluppo di esperimenti e tecnologie innovative”.
La Cina, ha aggiunto, “sta progredendo in maniera velocissima nell'attività spaziale”. L’atterraggio avvenuto con successo della sonda Chang’e 4 sul lato nascosto della luna lo scorso 3 gennaio è uno dei simboli del livello tecnologico raggiunto.
Il programma spaziale di Pechino può contare su un risorse annuale per 8 miliardi di dollari, secondo soltanto a quello statunitense. A Chonqing si lavora già al prossimo traguardo una centrale solare spaziale operativa entro il 2030.