Si è chiuso da pochi giorni il ciclo del Capodanno cinese con la luna nuova del 4 di febbraio e la celebrazione del Festival delle Lanterne al 19 di febbraio con la luna piena. Questa ricorrenza, così importante per la popolazione cinese, è tempralmente legata a un'altra altrettanto importante: il tredicesimo Congresso dell’Assemblea del Popolo che si aprirà il prossimo 3 marzo in seduta plenaria a Pechino.
La vicinanza dei due eventi non sono dipende semplicemente dal calendario cinese, ma assume una connotazione precissa per il futuro della Cina. Già nell’incontro del Central Economic Work Conference tenutosi nello scorso anno, erano emerse le problematiche relative a come incentivare lo sviluppo qualtativo abbinandolo a quello quantitativo ed affrontando nodi ancora insoluti dopo il processo di riforme iniziato quarant’anni orsono.
L’aspetto più marcato che può condizionare il modello di sviluppo futuro è quello di offrire uno streamline per un corretto ed equo trattamento tra imprese domestiche ed imprese e investitori stranieri sia per quanto concerne la valenza produttiva sia quella afferente i servizi in particolare quelli finanziari.I progessi che sono stati fatti non compensano o meglio non coprono il ventaglio di situazioni nelle quali l’investitore straniero si può trovare con il rischio di non poter intraprendere o continuare i propri piani strategici in questo Paese.
Prima di entrare nel dettaglio di questi nuovi provvedimenti vorrei ricordare come, citando lo Shanghai Position Paper, pubblicato ogni anno dalla Camera di Commercio Europea, siano menzionate reiterativamente le stesse problematiche con le stesse Recommendations.
Il primo elemento da non trascurare è l’invasività delle SOE ( State Own Companies) che vincola istituti bancari ed Enti governativi ad ottemperare a regole e procedure in parte in conflitto con quelle di un mercato aperto. Parimenti, da questo quadro ne deriva una difficoltà per le imprese private cinesi di reperimento di risorse finanziarie con la conseguenza di dover utilizzare istituzioni non bancarie denominate “ shadow banks” con tassi di interesse più elevati di quello stabilito dalla People Bank of China ( 4,3%), già di per se’molto superiore ad altri Paesi stanieri.
È altresì vero che il governo centrale ha più volte annunciato ed anche attuato, in situazioni palesi, la chiusura di società economicamente fallimentari (circa 1900) ma il numero è ancora molto elevato e la maggior parte gode di situazione di privilegio monopolistico nell’erogazione dei servizi per conto dello Stato.
Gli ambiti nei quali il Governo cinese dovrebbe muoversi con decisioni rapide e univoche sono: la conferma della riduzione da 63 a 48 items nella Negative List; ciò sta a significare che aree vietate all’imprese straniere possano essere finalmente aperte abbandonando il concetto di tutela di settori ritenuti strategici per il Paese.
Inoltre possibilità per società straniere di acquisire la maggioranza del capitale sottoscritto in una Joint Venture. A questo riguardo un passo avanti è stato fatto nel settore automotive dove Tesla recentemente, beneficiando della nuova normativa, ha posto la prima pietra per la costruzione dell’ unita’ produttiva a Shanghai a totale capitale proprio.
Infine la parificazione delle normative concernenti lo status di Chinese Foreign Equity JV, non Equity JV e Wolly foreign-owed Entriprise. Uno dei temi che dovrà essere discusso durante l’Assemblea Plenaria è quello delle limitazioni concernenti una JV con maggioranza a capitale straniero e cioè il vincolo dell’IPR e quello del trasferimento tecnologico. La richiesta vincolante dei sopramenzionati requisiti si innesta nel provvedimento Made in China 2025 che, tra le altre cose, è oggetto di discussione nella trattativa bilaterale in materia di commercio tra Cina e Usa.
Il testo di legge, in attesa di approvazione, a questo riguardo, statuisce che la protezione della proprietà intellettuale e i trasferimenti tecnologici dovranno fondarsi per gli investitori stranieri su base volontaria seguendo I criteri generali di non meglio specificate “business rules”.
Anche i conferimenti di capitale, i dividendi e i capital gain dovrebbero poter essere trasferiti liberamente fuori dal territorio cinese in renminbi o in valuta estera. D’altro canto è stato confermato che nel 2018 la revisione, per ben due volte, comportante la riduzione dei dazi a favore di prodotti di qualità ha incrementato i valori di merce importata del 12,9% rispetto all’anno precedente.
Un capitolo a parte riguarda il minimo capitale richiesto nel settore delle banche e assicurativo e la riduzione del tempo di rilascio delle licenze. I provvedimenti erano stati emanati rispettivamente nel novembre 2017 e nell’aprile 2018 ma la procedura di avviamento mantiene ancora zone d’ombra.
Nonostante la forte innovazione tecnologica quale il sistema 5G, la Cina si nutre ancora di tradizione popolare legata al calendario lunare e allo zodiaco. Come il prossimo 6 marzo è il primo avvio di primavera così ci auguriamo che le decisioni che verranno prese nelle prossimi giorni possano essere foriere di positive trasformazioni per la crescita economica non solo della Cina ma anche dei Paesi terzi.
* general manager di Savino Del Bene, azienda di trasporti internazionali e logistica, attiva in Cina da oltre 25 anni.