La produzione industriale in Cina è salita del 6,9% anno su anno ad ottobre, il dato più significativo da dicembre 2019 e oltre le attese di mercato per un rialzo del 6,5%, a indicare che la seconda economia al mondo sta recuperando dopo lo shock della pandemia. Il commercio al dettaglio, sempre in Cina, è salito del 4,3% anno su anno ad ottobre dopo un rialzo del 3,3% registrato a settembre e contro attese di mercato di un guadagno del 4,9%. Si è trattato del terzo mese consecutivo di miglioramento delle vendite al dettaglio è il più significativo dallo scorso dicembre, grazie al fatto che i consumi continuano a recuperare dopo le graduali restrizioni determinate dal Covid. Le vendite sono salite per tutte le categorie, dalle automobili, a vestiti, scarpe, cibo, bevande, personal care, medicine, alcool, tabacco, cosmetici e gioielleria.
Mentre si aspetta che la crescita della Cina rimarrà complessivamente forte, Li Wei, economista di Standard Chartered PLC, ha avvertito che "lo slancio potrebbe rallentare nei prossimi mesi poiche' le nuove preoccupazioni sulle infezioni da coronavirus esercitano pressioni sui consumi interni e sugli investimenti manifatturieri". La produzione industriale, ha detto Li, "ha margini limitati per crescere ulteriormente".
A tenere banco più dei numeri è però la firma del Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP) - che comprende 10 economie del sud-est asiatico insieme a Cina, Giappone, Corea del Sud, Nuova Zelanda e Australia. Si tratta del il più grande patto commerciale del mondo in termini di PIL. Proposto per la prima volta nel 2012, l'accordo è stato finalmente siglato alla fine di un vertice del sud-est asiatico, momento decisivo visto che tutti i leader spingono per lanciare le loro economie nel post pandemia.
Michele Geraci, Professor of Practices in Economic Policies alla Nottingham University a Ningbo e Adjunct Professor alla New York University a Shanghai, testimone diretto dell’osservatorio previlegiato Asia e Atlantico, commenta "Paesi diversi, ed anche rivali politicamente e commercialmente tra loro trovano il coraggio di capire che il benessere comune supera le divergenze passate. La presenza di Cina, Giappone e Corea (rivali storici), ma anche di Australia con cui la Cina ha avuto turbolenze in un unico accordo, è sensazionale e cambierà gli equilibri mondiali del commercio. Per l’Italia è una buona notizia, certamente non dobbiamo essere immobili e il nostro Governo deve stimolare e favorire i rapporti commerciali! Il nostro export totale è di 43 miliardi di dollari in questi 15 Paesi. Abbiamo una forte crescita in Giappone (13%) con cui abbiamo firmato accordi di libero scambio già in vigore dallo scorso anno che sta producendo i suoi primi frutti.
Il Vietnam è ancora problematico nonostante abbiamo altri accordi, il nostro Pese deve essere dinamico e non dormiente, questa nuova alleanza può permetterci di penetrare più facilmente gli altri mercati dell’area asiatica. Geopoliticamente questo sensazionale accordo è una vittoria per la Cina e l’Asia Pacifico. Si nota chiaramente che, l’occidente è necessario, ma questi territori asiatici possono procedere in autonomia, questo sarà il tema dei prossimi 5 anni, ed il significato della” Dual Circulation” di cui parla Xi. L’accordo di oggi è la prima pietra di questo Dual Circulation. A breve si aggregherà anche l’India". (riproduzione riservata)