L’Italia va a sostegno della Cina nel campo della salute pubblica. Giovedì 25 aprile, alla vigilia dell’arrivo del premier Giuseppe Conte a Pechino, per partecipare al secondo forum internazionale sulla cooperazione lungo la Via della Seta, l’Istituto superiore di sanità ha siglato un accordo di collaborazione Shanghai Hospitals Development Center per promuovere collaborazioni nella salute pubblica, nella gestione di modelli sanitari, e-health, oncologia e cardiologia.
La firma dà seguito al memorandum con l’organizzazione no-profit, che gestisce una trentina di strutture nell’hub finanziario cinese, firmato a fine marzo, in occasione della visita di Xi Jinping in Italia L’obiettivo dichiarato è creare un'alleanza di eccellenza scientifica mondiale nel settore della salute pubblica e della ricerca.
«La firma di questi accordi”, aveva commentato all’epoca il ministro Giulia Grillo, “conferma come il settore sanitario sia parte significativa del partenariato strategico italo-cinese. Sono anche molto fiduciosa che all’accordo sulle esportazioni di carni suine, a lungo atteso dai nostri produttori, faranno presto seguito ulteriori intese riguardanti altri settori, altrettanto auspicati dai produttori di carne del nostro Paese».
I rapporti con Shanghai Hospital Development sono consolidati. Già nella primavera dello scorso anno una delegazione dell’istituzione fu ricevuta dal ministero perché interessata ad approfondire la conoscenza del sistema sanitario italiano
L’interesse cinese per il settore medico e della saluta cresce di anno in anno. Come riporta l’ultimo rapporto della Fondazione Italia Cina il 2017 è stato definito in Cina "l’anno delle riforme" nel campo della sanità, proprio in virtù dei numerosi cambiamenti che l’hanno visto protagonista. Secondo una stima provvisoria (fermatasi alla prima metà di ottobre) gli organi legislativi nazionali e locali hanno promulgato oltre 2.000 tra regolamenti e decreti amministrativi riguardanti tanto il settore medico quanto quello farmaceutico.
Nel corso della visita a maggio 2018 la delegazione dello Shanghai Hospitals Development Center aveva manifestato interesse per l’universalità e il decentramento del servizio sanitario italiano e chiesto chiarimenti in merito alla fiscalità generale e finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale