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Politica

Guerra in Ucraina, Mario Boselli: «La Cina può fare da mediatore»

Il presidente della Fondazione Italia Cina si esprime sullo scontro in corso chiamando in causa il ruolo che potrebbe avere Pechino. E sulle conseguenze economiche spiega: «Alla lunga potrebbero divenire ostacoli insormontabili»


24/03/2022 11:45

di Riccardo Belardinelli - Class Editori

Boselli
Mario Boselli, presidente della Fondazione Italia Cina

Il presidente della Fondazione Italia Cina, Mario Boselli, ha analizzato la delicata situazione internazionale legata al conflitto fra Russia e Ucraina. Il Cavaliere del Lavoro e presidente onorario di Cnmi-camera nazionale della moda italiana ha spiegato: «È da diversi giorni che ci chiediamo chi è che avrebbe dovuto giocare il ruolo di mediatore in questo terribile conflitto: un’Europa unita e solidale avrebbe potuto farlo anche da sola, ma finora abbiamo assistito ad azioni animate da singoli Paesi, salvo sul tema sanzioni. Gli Stati Uniti si sono esclusi da soli, visto che il presidente Biden si è messo da subito in una posizione di contrapposizione con la Russia di Vladimir Putin, e le recenti aspre dichiarazioni non promettono nulla di buono».

Quindi Boselli delinea una possibile strada per migliorare il quadro geopolitico: «Serve dunque un terzo attore autorevole. Per esclusione, questo protagonista altri non può essere che la Cina. Le ipotesi che circolano in queste ore devono vedere Bruxelles impegnata a spingere sull’Ucraina e Pechino sulla Russia affinché si raggiunga una soluzione il prima possibile».

Fra le drammatiche conseguenze del conflitto purtroppo compaiono anche in primis i civili, ma anche, indirettamente, tutta l'economia mondiale. Infatti,  Boselli ricorda: «Tutti, non solo le vittime e le persone direttamente coinvolte sul terreno di guerra, ma anche gli operatori economici, le imprese italiane e il sistema economico mondiale auspicano che questo scontro finisca immediatamente perché, oltre alle grandi sofferenze umane causate dalla guerra, le conseguenze negative che stiamo riscontrando anche sul piano economico alla lunga potrebbero divenire ostacoli insormontabili». (riproduzione riservata)


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