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Politica

I Brics si allargano, sei nuovi paesi entreranno nell'alleanza nel 2024

Nel club delle economie emergenti entrano Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti dal prossimo gennaio. Tutti insieme rappresentano il 36% del Pil mondiale e quasi la metà della popolazione. Accantonata, per ora, la questione del dollaro come valuta di scambio principale


24/08/2023 13:48

di Anna Dirocco - Class Editori

settimanale
Cyril Ramaphosa, primo ministro del Sudafrica

Sei nuovi Paesi, a partire dal 1° gennaio 2024, entreranno a far parte della coalizione economica dei mercati Brics, che finora comprende Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. Si tratta di Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti. A darne l'annuncio il presidente del Sudafrica, Cyril Ramaphosa, chiudendo il 15° summit dell'alleanza a Johannesburg.

Il risultato, come ha spiegato il presidente brasiliano Lula de Silva, avrà effetti importanti sulla coalizione: "Con l'ingresso dei nuovi membri rappresenteremo il 36% del Pil mondiale e il 47% della popolazione dell'intero pianeta". L'obiettivo di aggiungere lettere alla sigla è stato raggiunto, resta invece in sospeso il tema della moneta unica: rimandato al prossimo vertice con l'incarico, affidato ai ministeri delle Finanze e i governatori delle Banche centrali, di considerare la questione.

"L'allargamento dei Brics con altri sei Paesi rappresenta un nuovo capitolo nella collaborazione dei Paesi emergenti e in via di sviluppo", ha detto il presidente della Cina Xi Jinping, esprimendo soddisfazione per gli accordi raggiunti e da lui auspicati. Intervenendo ieri alla plenaria, il presidente cinese aveva invocato l'allargamento della "famiglia" dei Brics.

L'alleanza, tuttavia, è al momento poco più che formale, non avendo alla base accordi di tipo commerciale o politico, ma ha avuto recentemente un nuovo impulso dalla nomina, lo scorso aprile, di Dilma Rousseff, ex presidente del Brasile, alla guida della New Development Bank, l'istituto sovrannazionale creato nel 2015 dai sei paesi Brics, con l'obiettivo di aiutare lo sviluppo nelle rispettive economie e nelle economie eemergenti. La Ndb ha il quartiere generale a Shanghai e dal 2021 ha aperto il capitale ad altri stati. Attualmente ne fanno parte Uruguay, Bangladesh, Egitto ed Emirati Arabi Uniti.

Dalla Cina è arrivato l'input di ridurre la dipendenza dal dollaro e di ingaggiare nuovi Paesi in via di sviluppo all'interno dei Brics per creare un "ordine internazionale alternativo". Se l'allargamento è andato in porto, la questione relativa al biglietto verde è ancora sul tavolo, rimandata alla prossima edizione del summit che si svolgerà a Kazan nell'ottobre 2024.

"Come Brics, siamo pronti a esplorare opportunità per migliorare la stabilità, l'affidabilità e l'equità dell'architettura finanziaria globale", ha affermato Ramaphosa nel discorso di chiusura al summit. "A fronte di questa prospettiva, il vertice ha convenuto di "incaricare i ministri delle finanze dei leader dei Brics e i governatori delle banche centrali, a seconda dei casi, di considerare la questione delle valute locali, degli strumenti e delle piattaforme di pagamento e di riferire ai leader entro il prossimo vertice".

Non si escludono futuri nuovi ingressi nell'alleanza, anzi. I leader dei Brics hanno sottoscritto un documento che prevede, tra le altre cose, la possibilità di far entrare nuovi Paesi nella coalizione. "A questa prima fase di espansione se ne aggiungerà un'altra di ulteriore ampliamento", ha affermato Ramaphosa. Per Xi Jinping e Putin, l'allargamento è il primo passo per "un nuovo ordine mondiale" che disegnerà nuovi equilibri economici e politici.

Attualmente sono circa 40 i Paesi che hanno espresso interesse a far parte dei Brics. Il presidente iraniano Ebrahim Raisi, ha definito l'alleanza "un nuovo potere emergente nel mondo che è riuscito a unire Paesi indipendenti con l'obiettivo comune della cooperazione economica e della lotta contro l'unilateralismo". (riproduzione riservata)


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